"rhythmic procedures ostinato closely resemble the schema of catatonic conditions. In certain schizophrenics, the process by which the motor apparatus becomes independent leads to infinite repetition of gestures or words, following the decay of the ego" (Theodor Adorno)


"Questa è forse la maggiore profondità di Nietzsche, la misura della sua rottura con la filosofia: aver fatto del pensiero una potenza nomade. E anche se il viaggio è immobile, da fermo, impercettibile, imprevisto, sotterraneo, dobbiamo chiederci quali sono oggi i nostri nomadi, chi sono veramente i nostri nietzschiani" (Gilles Deleuze.1972)

lunedì 10 dicembre 2007

Roland MC-4 MicroComposer & Sequentix P3 - il meglio della sequenziazione analogica

INTRO. Il campionamento ha una sua precisa origine che passa attraverso la musique concrete e la tape music (versante americano), la sintesi è passata attraverso moltissimi stadi di concepimento fino ad una sua definizione ormai condivisa da tutti i moderni generatori di suono basati sulla produzione "sintetica". La computer music vive di tali sperimentazioni, passando attraverso vari stadi della programmazione, fino a giungere a standard condivisi. Lo studio di registrazione e di produzione acquista il suo ruolo, primario, attribuitogli dai "pionieri del '900", divenendo punto nevralgico della fase compositiva, la computer music, tramite la programmazione, evolve gli elementi di continuità con tali esperienze sperimentali mirando all'integrazione dei moltissimi elementi dello studio: il 'Virtual Studio Technology', "environment" emblematico di questa lunga esperienza lunga quasi un secolo, è solo uno dei tanti punti di approdo di questa esperienza, esattamente come il MIDI ha aggregato l'intero mondo strumentale elettronico tramite un linguaggio condiviso. La composizione elettronica, infatti, passa attraverso la conoscenza approfondita della sequenziazione dei suoni per la creazione di "tracce": tale metodo rappresenta una delle più importanti rivoluzioni che ostituiscono l"Istante Zer0" teorizzato da Pietro Grossi (vedi l'articolo: "Istante Zer0 - le sperimentazioni di Pietro Grossi"). Inoltre i sequencers hardware possono essere importanti basi per un approfondimento della composizione elettronica.

DUE SEQUENCER, DUE EPOCHE DELL'ELETTRONICA. La scelta, oggi nel 2007-2008, di dedicarsi a sequencers hardware evidentemente datati (per questione temporale e per possibilità funzionali) possono essere molteplici: semplice "feticismo", qualità audio, una scelta di metodo "artigianale" (ottimo motivo!), mezzo per approfondire la tecnologia passata o la tecnologia presente e moltissimi altri motivi. In questo articolo si trattano in particolare due sequencer hardware analogici, uno di vecchia generazione e uno di nuova produzione, con un approfondimento- quasi manualistico- delle funzionalità, utile a chi vuol farsi un'idea di cos'è la "sequenziazione analogica". In questo senso la scelta dei sequencers da trattare vien da sè: il mitico Roland MC-4 MicroComposer e il recente, bellissimo, Sequentix P3, già uscito di produzione con pochissimi pezzi venduti in tutto il mondo. Due sequencers due epoche diverse, 1978 uno, 2005 l'altro, dove il secondo riprende nel punto in cui il primo si è fermato, ampliando funzionalità e gestione.

DELAYS NEL 'TIMING' E LINGUAGGIO MIDI. La scelta di lavoro su software o hardware è una scelta del tutto personale, che passa attraverso molteplici considerazioni, in primis sul sync della strumentazione a disposizione; il MIDI, linguaggio di trasmissione dati, è una comunicazione fortemente imprecisa, un flusso di dati trasmesso uno alla volta, in cui l'asincronìa è facilmente percettibile, soprattutto per chi è abituato all'ascolto del bpm. Un dj ad esempio, che lavora praticamente sulla sovrapposizione di suoni (visualizzandoli quasi fisicamente come linee in quarti, o in qualunque tempo, che si dispiegano, sovrapponendosi tra loro), percepisce tale asincronìa in maniera del tutto naturale e, ovviamente, con un fastidio che difficilemente può essere risolto se non con un lavoro di continua riconversione in flussi 'audio'. L'interfacciamento dei propri synths analogici con programmi quali Cubase, Live, LogicPro, Cakewalk, FLS, in PC o Mac, può quindi essere frustrante per molteplici ragioni; orientarsi verso un elemento che instradi l'audio sequenziando un intero studio ricco di hardware non è cosa così semplice quindi, si va dai problemi relativi al software come bugs, scoccianti upgrades etc a problemi di delays del timing e di trasmissione MIDI dell'hardware, fino al costo elevato per assemblare kits MIDI su synths analogici di cui è costituito uno studio (MIDI=>CV/GATE converters, etc). Oltretutto la scelta di molti, importanti musicisti di spostarsi dall'analogico a soluzioni software (Cubase e ProTools su tutti), adoperando ad esempio il campionamento virtuale, ha reso la reperibilità di tali soluzioni/convertitori un po' ostica e, in alcuni casi, sovraprezzata- innescando un circuito nelle industrie che, non potendosi più garantire un profitto su tali prodotti, ne ha abbandonato la produzione. Tutte queste ragioni, insieme a molte altre, hanno reso tale migrazione di sistema molto semplice, favorendola fortemente, in una catena indefinibile di causa-effetto. Oggi, scegliere il sequencer analogico, sembra non essere la cosa più ovvia e scontata, ma potrebbe non essere così per molte altre ragioni che andremo a scoprire grazie ad un'esplorazione del Roland MC-4 MicroComposer e del Sequentix P3.

MC-4 E PERIFERICHE INTROVABILI. Finora i sequencers considerati più performanti sono stati quelli Akai, macchine come la serie MPC sono considerate tali proprio per la precisione del sequencer ma..."In combinazione con il Kenton Pro4-MIDI=>CV converter si possono creare interessantissime sequenze[...] Tuttavia sono facilmente percettibili leggeri timing delays e sfasamenti con il mix complessivo"[Isatellite]. Sempre da Isatellite: "Ho apprezzato l'approccio e il timing preciso dei modelli Roland System-700 e dei sequencers ARP, ma la difficile gestione e l'impossibilità di salvare patches me li hanno fatti escludere. La mia ricerca del sequencer perfetto mi ha condotto al Roland MC-4 MicroComposer che, sebbene di complessa programmazione, univa le caratteristiche di sincronizzazione del sequencer analogico con la possibilità di creare complesse sequenze e salvarle per un successivo utilizzo. Fu il meglio di entrambe le sfaccettature". Come già affermato i motivi per impiegare questo o quel sequencer sono molteplici e personali a seconda dell'utilizzo che se ne vuole fare e delle oggettive esigenze dello studio. L'MC-4, a tutt'oggi, è uno strumento molto complesso e di ostica gestione; pensare ad esempio alla sequenziazione di un intero LP con questa macchina, gestendo synths con CV/GATE inputs, significa approfondirne le funzioni, studiarne in primo luogo le limitazioni per poterle aggirare con qualche "trick", estendendone ampiamente le potenzialità attualizzandolo a sequencer del 2008. Reperire un MC-4b è difficile e ancora di più le "periferiche" che lo completerebbero perfettamente: 1. Roland MTR-100 Digital Cassette Recorder, fornito come accessorio opzionale per il "back-up" di sequenze del Roland MC-4B Microcomposer, con un più veloce 'transfer data' rispetto allo standard audio cassette player (utilizzando l'MTR-100 l'MC-4 ha bisogno della memoria opzionale 'OM4'), 2. Roland OP-8 (CV/DCB Interface), prodotto per il controllo di sintetizzatori polifonici Roland equipaggiati con interfaccia DCB (Digital Interface Bus) come il Roland Juno60 e Jupiter8 (connessi con l'OP8 attraverso cavo DCB), attraverso il Roland MC-4 Microcomposer, 3. Roland OP-8M (CV>DCB/MIDI Interface) e 4. Roland OM-4 (memoria opzionale che converte un MC-4 in un MC-4B) - *come molti retro-instruments, allo spegnimento dell'MC-4 la memoria viene perduta, è infatti utile l'impiego di un unità di backup UPS per la custodia dei dati in caso di sovraccarico o interruzione della corrente elettrica.

ROLAND MC4 MICROCOMPOSER - APPROFONDIMENTO. Alla prima accensione dell'MC-4 il display visualizza "TB 120 30 15", facendo riferimento ai valori di default 'TIMEBASE', 'STEP' e 'GATE' di ogni nota. 'TIMEBASE' fa riferimento al numero di divisioni in un "quarter note". 'STEP' fa riferimento allo spazio tra ogni nota. 'GATE' fa riferimento alla lunghezza di ogni nota all'interno di un dato 'STEP'. "Generalmente cambio i valori di default a "TB 48 12 6" digitando 48 ENTER, 12 ENTER, 6 MEAS END. La ragione di questo settaggio è per la sincronizzazione da/a DIN/SYNC (Minidoc, TR-808 o un altro MC-4b), in cui il timebase deve essere settato a 48. Quindi settando 48 come TIMEBASE, uno STEP di 12 darà praticamente note da 1/16esimo. Un GATE di 6 significa che le note occuperanno 1/2STEP, praticamente lunghezza della nota di 1/32". Premendo il citato 'MEAS END' ciò che apparirà sul display è il Tempo, settato a 100 di default. Settando qualunque cifra, ad esempio digitando 130 ed ENTER, si stabilisce il tempo. La prossima schermata mostra '1', indicando che ci si trova sulla prima traccia. Premendo il tasto ENTER si avanzerà rispettivamente tra i parametri 'MEAS', 'STEP' e 'DATA' con il cursore che attraversa le parole sul front panel indicando le relative modalità ('meas', 'step' e 'data' mode). In qualunque modalità si può accedere ad ogni track o step premendo ENTER, indicando le informazioni della nota nella specifica posizione all'interno della sequenza. Si può cambiare traccia in qualunque momento premendo SHIFT + BACK o FWD. La SHIFT Map è una griglia di leds che indicano quali funzioni shift sono attivate premendo SHIFT + (keypad#): CV1 mode (SHIFT + 1), CV2 mode (SHIFT + 4), CV1 + GATE mode (SHIFT + 7), STEP mode (SHIFT + 2), MPX mode (SHIFT + 5), GATE REWRITE mode (SHIFT + 8), GATE mode (SHIFT + 3) -
  • CV1 mode(SHIFT+1): modalità di default, in cui possono essere digitati i valori delle note uno alla volta per ogni track. In modalità CV1 digitando le note vengono usati i valori di default del GATE e dello STEP settati nella schermata iniziale: "TB 48 12 6". I l CV a 0 è la nota più bassa della keyboard, il CV di 12 è un'ottava più alta, un CV di 24 è un'ottava ancora più alta. "Questo metodo è ottimo per inserire una sequenza nell'MC-4 come una sequenza melodica o una bassline".
  • CV2 mode (SHIFT + 4): questa modalità permette di assegnare un impulso all'output del CV2 per ogni track, che può essere mandato al VCF o VCA del synth per modulazioni tonali. Il valore di default di CV2 per ogni nota è 50.
  • CV1 + GATE mode (SHIFT + 7): questa modalità permette di inserire note usando una keyboard con CV/GATE in real-time ed è ottima per inserire complesse sequenze da un MIDI sequencer o una CV keyboard.
  • STEP mode (SHIFT + 2): questa modalità consente di modificare la lunghezza dello STEP all'interno di una data misura. L'unico accorgimento è con un TIMEBASE di 48 gli STEPS in una data misura devono superare il 192 (nota intera).
  • MPX mode (SHIFT + 5): questa modalità consente di inserire un valore per un GATE aggiuntivo su ogni nota, per il trigger di un sequencer analogico (come l'ARP), un suono di drum o per gestire parametri on/off come il portamento. Particolarmente adatto per il triggering di suoni percussivi da synths come l'ARP2600 o System-700 (Roland/ndr), o altri drum modules come il Techstar TS305/TS306, Pearl Syncussion o Simmons Claptrap.
  • GATE REWRITE mode (SHIFT + 8): modalità che permette di usare una CV keyboard per gestire il GATE lenght di ogni nota all'interno di un dato STEP in real-time. Ottimo con la tastiera del System-700, System100m (non con ARP 2600) o qualunque altro synth con CV/GATE output funzionante.
  • GATE mode (SHIFT + 3): modalità che permette la gestione del GATE di ogni nota all'interno di un dato STEP, una nota alla volta, dal keypad.
Il Roland MC-4 MicroComposer è stato utilizzato da molti musicisti, su tutti cito: Depeche Mode, Vince Clark (Yazoo), Human League ("Dare" 1981), Throbbing Gristle (Chris Carter - "The Space Between" 1980), Art Of Noise ("In Visible Silence" 1986 -progetto Avant-garde di grandissimo valore nella sperimentazione elettronica), Devo (storica band New Wave/Post-Punk), Isao Tomita (grande compositore giapponese di musica elettronica- famosa l'esibizione "Mind of the Universe" al grande festival 'Ars Electronica' di Linz), Richard D. James (che in "Analord" ha usato massicciamente i suoi vecchi strumenti Roland -TR606, 808, 909, TB303, etc- e il mitico Synton Fenix, sequenziando tutto con il Roland MC-4).
SEQUENTIX MUSIC SYSTEMS P3. Rappresenta sicuramente un possibile sviluppo del Microcomposer MC-4, attualizzato alle attuali esigenze di sequenziazione MIDI, con potenziometri analogici per l'inserimento di note ed altre tipologie di dati. Ha un'ottima interfaccia (che richiama vagamente l'approccio del MC-4), uno chassis ben disegnato e solido. Sicuramente il migliore step sequencer di nuova progettazione, è stato venduto già assemblato o come kit da assemblare (nell'ultimo periodo era distribuito già assemblato). Traduzione dal sito Sequentix: "Il P3 è un MIDI sequencer hardware con 8 tracce, un'interfaccia che comprende diversi knobs, tasti e leds. Un display con 16 caratteri su due linee mostra i pattern data e l'accesso alle opzioni avanzate e quelle di configurazione. P3 permette un controllo in real-time per il richiamo delle track e per la selezione di semplici pattern o pattern chain attraverso molteplici tracks, più un editing analogue-style dei patterns. Ogniuno dei suoi 384 patterns ha una gestione dei valori indipendenti per nota, velocity, tie, gate, length, gate delay ed una combinazione di oltre 4 MIDI controllers, extra note o 'auxiliary events' per step". Il Sequentix P3 ha un'intuitiva gestione della capacità di memoria, permettendo 3 banchi da 16, 6 banchi da 8, 12 banchi da 4 patterns di 16 step per track, per un totale di 384 patterns. La lunghezza del pattern può essere settata da 1 a 16 steps e più patterns possono essere "incatenati" in una sorta di 'playlist' di oltre 8 stages, con oltre 8 repeats per stage. Ogni track può uscire su un canale MIDI selezionabile e più tracks possono essere assegnate sul medesimo canale. Ci sono fondamentalmente 3 modalità di lavoro- 'play', 'playlist edit' e 'pattern edit'- switchabili tra loro anche mentre il sequencer è in azione (infatti l'unico momento effettivo in cui è necessario lo stop del sequencer è per il sysex dump o per l'upgrade del firmware): in modalità 'play' le tracce possono essere richiamate e le 'parts' selezionate individualmente o in 'chains'. Le parts contengono di base la playlist dei patterns per ogni track e altri settaggi come il global transpose; nella modalità 'playlist edit' viene selezionato il pattern o la sequenza di patterns che suonerà in ogni traccia, incluse le opzioni dell' individual pattern transpose; nella modalità 'pattern edit' i patterns vengono assemblati e modificati, usando i 16 steps key e i 32 knobs. La funzione dei tasti può "switchare" tra la gestione gate, tie (ottimo per la gestione stile TB303 di auto-slide), skip e Xd mentre i "tri-colour leds" mostrano le funzioni selezionate. Attraverso diversi tasti si può lavorare sul pattern length, e gestire altre funzioni (pattern rotate, copy & paste, randomisation e data sculpting). La fila inferiore di knobs (lower knobs) sono dedicati alla selezione delle note, mentre la fila superiore (upper knobs) può switchare tra le funzioni velocity, gate length, step delay e 4 funzioni auxiliary (con possibilità di gestire una catena di controller MIDI o altri 'events'). Inoltre c'è l'opzione real-time record che consente di immettere e gestire velocemente patterns da una master keyboard o fare un 'overdub' di singole note (con relativi valori di velocity) dal synth in uso, senza toccare ad esempio il pattern ritmico. P3 è ottimo per creare particolari arpeggi, gestendoli come singoli pattern ed il fine-tuning dello step delay (e la risoluzione di 48ppqn) ridà il medesimo shuffle della TR-909, ma con la possibilità di applicare un differente valore di shuffle per ogni step! P3 ha MIDI in, 4 MIDI out (single bus) e un DIN SYNC (5 PIN) Socket per la connessione con vecchi strumenti Roland che usano questo protocollo pre-MIDI sync -cosa fantastica per la gestione di complesse catene midi con tale strumentazione Roland- ("It can run as tempo master or sync to MIDI clock, and outputs DIN sync and clock-only MIDI from a dedicated SYNC output"). Fondamentalmente il Sequentix P3 riunisce il meglio dei due mondi, analogico e digitale: sfrutta un'approccio analogico al sequencer per l'assemblaggio sonoro e sfrutta il software per la comunicazione MIDI.

Le specifiche per quanto riguarda il versante MIDI offrono flessibilità ed un approccio creativo allo strumento anche tramite prodotti di terze parti; è il caso del software 'P3 Tools' di Dave Jones ad esempio, purtroppo solo per Windows, che garantisce una diretta gestione delle funzioni globali del P3 (necessita Microsoft's NET Framework e, ovviamente, il P3). Il software configurerà le MIDI ports, l'upgrade del firmware, l'upload dei patterns, delle parts, della playlist e la configurazione dei dati, potendo nominare banks, parts, playlist, patterns e molto altro. Il costo è nullo, "tutto ciò che Dave chiede è, nel caso si trovi P3 Tools utile, di inviargli qualche brano musicale realizzato col P3!"[da S.O.S.]
Dopo oltre un anno dall'inizio della vendita del P3 la produzione è stata (definitivamente) sospesa, con oltre 100 unità vendute ed un feedback generale assolutamente positivo degli acquirenti e degli articoli relativi a questo splendido prodotto. Come spiega Colin Fraser il 5 Settembre 2006 in un messaggio, le ragioni di questa decisione sono molteplici, prima di tutto l'alto costo per la produzione, essendo un tipico prodotto artigianale, assemblato "in-house" e, in relazione a tale sforzo economico, l'impossibilità di continuare nello sviluppo di futuri prodotti. Il P3 infatti non nasce come prodotto che mira al risparmio, con i tantissimi circuiti separati, impianto interno ed un complesso design del case ma, continua ad affermare Fraser, se da un lato tutto questo accresce il prezzo finale, da un altro lato ciò che si è imparato dal P3 può essere messo in pratica per l'assemblaggio di una nuova, ottima alternativa che potrebbe presto essere messa in produzione. I numeri definitivi della vendita nel mondo del Sequentix P3 sono questi: 137 unità prodotte, 24 unità pre-produzione costruite ed un totale di 86 kit venduti. "Desumendo che tutti i kit sono stati assemblati dai compratori ci sono 247 (al massimo) P3 Sequentix nel mondo". Non è quindi solo un sequencer analogico unico nel suo genere dal punto di vista del design e della costruzione, ma è anche un pezzo decisamente raro.
ALTERNATIVE AL P3. Gli ultimi anni hanno visto produrre diversi sequencers hardware, ma nessuno di questi con le ottime specifiche del Sequentix P3; alcuni, indicati già da SOS, potrebbero essere: 'Analogue Solutions Oberkorn Mk3' e 'Analogue Systems RS200', entrambi sequencer analogici da 3 canali/16 step, senza MIDI output (l'Oberkorn ha una gestione complessa per via delle features ma ha il MIDI-in, cosicchè altri sequencers o synths possano dialogare con questo). Entrambi i sequencers sono difficilmente paragonabili al P3, la mancanza di MIDI output infatti è giustificabile in quanto prodotti pensati per pilotare sistemi modulari analogici con CV/GATE (in particolar modo l'RS200). Più vicino al Sequentix P3 è sicuramente il 'Doepfer MAQ 16/3' marchio noto nel mondo della strumentazione elettronica; 3 canali/16step con relative connessioni MIDI ma mancante delle avanzate funzioni per la gestione di sequenze di differente lunghezza e timebases. Il costo di queste 3 alternative si avvicinano approssimativamente al prezzo (quando era in commercio) del Sequentix P3.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

ciao, intanto complimenti per le informazioni che hai scritto che mi sono state utilissime, ehmmm avrei bisogno di chiederti alcune cose sull'mc4 microcomposer.
ci possiamo sentire via mail? la mia è buggioal@libero.it
grazie infinite ciao