"rhythmic procedures ostinato closely resemble the schema of catatonic conditions. In certain schizophrenics, the process by which the motor apparatus becomes independent leads to infinite repetition of gestures or words, following the decay of the ego" (Theodor Adorno)


"Questa è forse la maggiore profondità di Nietzsche, la misura della sua rottura con la filosofia: aver fatto del pensiero una potenza nomade. E anche se il viaggio è immobile, da fermo, impercettibile, imprevisto, sotterraneo, dobbiamo chiederci quali sono oggi i nostri nomadi, chi sono veramente i nostri nietzschiani" (Gilles Deleuze.1972)

domenica 28 ottobre 2007

ChipTune - détournement electro vintage. "la generazione del Nintendo campiona la propria giovinezza" (citaz.)

E' dall'estemporaneità che la micromusic trae la sua forza, l'uso imprevisto di una tecnologia studiata per altri motivi. Uno di quegli usi che le cose trovano nel tempo, usi che i produttori originari non avevano neanche immaginato. Un mondo pieno di possibilità espressive la micromusic. Nuovi progetti dedicati al chiptune, tutti affidati a netlabels e a mp3 in Rete gratuitamente scaricabili (cosa che ha un suo preciso senso, ma è ancora possibile navigare tra questi contenuti, apportando qualità, buona distribuzione, prezzi bassi e libera scelta garantendo comunque il download libero). Si ritirano fuori i vecchi GameBoy DotMatrix, si rimediano un paio di cartucce (Nanoloop o LSDJ), cavo sync e i link, si aggiungono, con pochi euro, un paio di GBAdvanceSp (aumentando polifonia) e si trasforma il tutto in un buon sistema 8bit e i GB in 2 proto-dm/synths portatili dalle discrete possibilità sonore. Si può adattare il SuperNES (il cosiddetto SuperFamicom) a sistema MIDI. Poi, una volta avviato un sistema, tutto è integrabile e il girare per mercatini per acquistare pezzi di C64, GB, o grilli parlanti da distruggere con bent errati può essere un bel divertimento. Per chi è appassionato di strumentazione analogica dover rimediare un cavetto di connessione a volte può diventare problematico, dispendioso o una perdita di tempo non indifferente, per questo tipo di "strumentazione", invece, la reperibilità è sorprendente. è in questi microeventi infatti che si possono notare i diversi setup, chi orientato verso il retrò, con GBDM, "proto-trackers", C64, primissimi Speak&Spell del 1978, primissimi Famicom e molto hardware proveniente direttamente dalle proprie cantine impolverate e chi invece è orientato verso i nuovi prodotti, Nintendo DS, GBA, SP, Micro, attuali piattaforme e sistemi operativi, plug-ins, giocattoli del mercato cinese, e altro. Tranne per (i molti) integralisti, è il mixup di strumentazione il 'must' e l'obiettivo principale di un buon setup. Si evolvono i setup, le sonorità e ovviamente le proprie produzioni. Il mondo della micromusic è ancora una realtà relativamente "fresca", non incartata tra le sue contraddizioni come altri ambienti arrivati nel giro di pochi anni ad un "capolinea ideologico" e concreto, ancora scevro da chiusure verso sperimentazioni esterne. Una situazione ancora "aperta", esplorabile in lungo e in largo. Ed è questo l'immenso stimolo per tutti quei musicmakers che ricercano compulsivamente, per un'innata necessità, territori non ancora contaminati, liberi da schemi compositivi, territori in cui sperimentare è la parola d'ordine ('sperimentale' è quanto di più relativo ci possa essere, ma si può parlare di sperimentazione solo attraverso la consapevolezza dei mezzi, introducendo SCHEMI PRECISI E REPLICABILI di elementi originari, a livello strumentale o di risultato sonoro). A dimostrazione di questa "incontaminazione" c'è anche l'interesse dimostrato da diversi artisti come Bjork e musicmakers come AphexTwin, l'americano Kid606, McLaren, Alec Empire, Vladislav Delay, Stock Hausen & Walkman, Merzbow, Mouse On Mars.
Gli albori della chipmusic sono facilmente rintracciabili: Europa, Svezia per la precisione, anno '98, e Johan Kotlinski (a.k.a. RoleModel), studente al Royal Institute of Technology di Stoccolma, come protagonista grazie alla sua creazione, lo storico LSDj (Little Sound Dj), prima drum machine/synth/sequencer su cartuccia per GameBoy Dot Matrix, venduto a 70 dollari sul Web. Segue, a brevissima distanza, la concorrenza: Nanoloop, del tedesco Oliver Wittchow, dall'interfaccia molto più semplice e considerata una versione evoluta dell'LSDj. Nasce il collettivo dell'8bit e il sito 8BitPeoples promuove questa nuova realtà nel panorama elettronico. Ne fa ovviamente parte anche RoleModel che ha già all'attivo diverse produzioni microchip music. Nullsleep, il newyorkese Jeremiah Johnson. sul sito divide i suoi brani in due categorie: musica per Nintendo GameBoy e per Nintendo Entertainment System (NES). Brani molto melodici, sequenze ben congegnate e risultati armonici notevolissimi, dando ragione dell'ottima definizione "bit-pop". Segnaliamo i brani "Her Lazer Light Eyes", la bellissima "Kuribos Requiem", "On Target", per gli amanti del 4/4 sostenuto "Dirty ROM Dance Mix" e "Depeche Mode GameBoy Mega e Mini Mix", a dimostrazione che la NewWave è l'unica vera culla e background di tutte le diramazioni elettroniche possibili ed immaginabili in ambito "POPular". Uno dei migliori ritratti dell'era Nintendo l'ha data Malcolm McLaren alla rivista Weird: «La chip music è il nuovo folk dell'era digitale. I musicisti del microchip rendono attuali vecchi suoni, senza fronzoli e senza bisogno di studi di registrazione o case discografiche. È la generazione del Nintendo che campiona la propria giovinezza, che inventa i propri strumenti, così come avevano fatto i Kraftwerk. È la resistenza. Contro una musica, quella imperante, sempre più uguale a se stessa, schiava com'è di software avanzatissimi che riducono ogni possibile missaggio e sonorità a un semplice clic del mouse». Per certi versi è curioso, quanto reale, che la spinta propulsiva verso la creazione di una nuova sonorità nel panorama elettronico sia venuta dalle cartucce LSDj e Nanoloop e, in generale, dai sistemi Nintendo. Il mondo dei trackers e dei Commodore64 per fare musica era già molto frequentato, e non da pochi; ma l'uso che se ne era fatto fino a quel momento è stato del tutto improprio, tendendo, cioè, verso un allineamento ai moderni softwares disponibili sul mercato, vanificando l'utilità di tale strumentazione 'retrò' (usandoli come semplici sequencers o giù di lì, aggirando proprio il potenziale dei micorprocessori per tendere al suono del tempo, non apportando così alcuna innovazione sonora). La vera spinta è derivata dall'assumere il suono dei vecchi microchip a sonorità rappresentativa dell'era digitale. Intanto si andava definendo il genere attraverso i nomi principali di questa "scena": Lektrogirl, Bodenstanding2000, BitShifter, Goto80, e molti altri. In breve tempo si consolidò una community di persone dedite al microprocessore, dall'Italia al Giappone, dalla Germania e la Francia agli USA, coadiuvati dal WorlWebWide, di cui conoscono bene il potenziale e ne sfruttano il lato aggregativo. Siti come micromusic.net o 8bitpeoples.com giocano una parte fondamentale in questo processo "costitutivo", permettendo conoscenze trasversali e offrendo la possibilità di realizzare "microeventi". "Il passo successivo e’ quello della creazione di autentiche “etichette discografiche virtuali”: la chip music deve infatti molto alle net labels, che anzi sono uno dei tratti distintivi dell’intera scena. Interi album in formato mp3, con tanto di copertina scaricabile gratuitamente, hanno finito per plasmare non solo il concetto di “suono” 8 bit, ma anche i metodi di fruizione e le dinamiche di diffusione dello stesso, bypassando quindi la trafila produzione-distribuzione-mercato, in favore di un più diretto approccio “fai da te”. E qui si arriva a un altro dei connotati chiave della comunità 8 bit: il suo proporsi, come molti hanno notato, in autentico “punk dell’era digitale”" [da Basebog]. è innegabile che il famoso slogan "low-tech music for hi-tech people" ricorda molto da vicino l'attitudine punk, ma l'affermazione è più complessa di quello che sembra. C'è infatti da registrare la realtà molto variegata e destrutturata della chipmusic; le stesse possibilità sonore offerte da Nanolopp e LSDj e dal circuitbending, infinite, restituiscono una realtà sfaccettata in cui sono in campo interpretazioni differenziate: il noise e le destrutturazioni degli schizoidi smanettoni della circuitazione e delle consolle (Krokmonsieur, Kuma), atmosfere low-fi e dissonanti che teletrasportano in un territorio di confine, in un'astrazione altamente sperimentale, la violenza e il noise di microprocessori in "iper-exploitazione", "harsh-tronic" estremo di matrice chiptune (Gwem e le sue famose 'exploitations' su Atari), alle interpretazioni detournate electro-vintage, in una splendida cornice 'bit-pop' e nostalgicamente retrò (Nullsleep, Firestarter, Lo-Bat), zompetti amiga-style e sonorità happy-tech (Covox), l'approccio ironico della tipica videogame music (Neotericz), e molto altro. ("...Dall’altra c’e’ la parte più consistente di schizoidi manipolatori di consolle, che proiettano il suono 8 bit nella contemporaneita’ destrutturata e rizomatica degli anni 2000, fino ad arrivare a veri e propri set di confine, in cui le piu’ avanzate ipotesi sperimentali dell’elettronica odierna convivono con disturbanti sonorita’ lo-fi. Il risultato e’ una violenza consapevole adoperata sul corpo sacrificale del gameboy di turno, capace di provocare un cortocircuito immaginifico-temporale senza precedenti. Anche i toni possono essere i piu’ diversi: da sonorità happy, tutte zompetti e saltelli, a baratri di rumore claustrofobico..."). è in questo senso che l'idea del low-fi e del diy, facilmente accostabile all'attitudine punk, ha molte più facce di quel che sembra. L'8 bit e il bending si sposta ancora oltre, arrivando ai linguaggi espressivi legati alla visualizzazione, è così che, sulla scia del pointillisme (divisionismo), si sviluppa la Pixel Art, forma d'arte digitale (grafica bitmap -raster) e l'Ascii Art -"PC Block ASCII" o "High ASCII" (variante di arte ASCII che consente di sfruttare 100 caratteri in più, utilizzando codici a 8 bit -ANSI X3.16, standard proprietario introdotto da IBM nel '79 per il PC IBM). è così che gente come Steffen Sauerteig, Kai Vermehr, Svend Smital, Peter Stemmler (il mitico collettivo EBoy attivo tra Berlino e NewYork)- si afferma nel mondo delle arti visuali attraverso le loro installazioni (vedi Urban Jungle a Urban Panorama del 2002 - Megalopoli virtuali, King Kong & coccodrilli digitali), portando l'arte digitale a nuovi livelli, detournement nel detournement, continuazione delle vecchie avanguardie (soprattutto italiane ed europee), entrando con immensi squarci visivi nella contemporaneità e nella sua destrutturazione. Per quanto riguarda l'Italia e Roma ci sono da sottolineare i contributi di SciattoProduzie e del Laboratoire Untermenschen, derivanti dalla mitica esperienza di Torazine (indimenticata da tutti i vecchi frequentatori della scena romana elettronica/raver). Si sviluppa sempre più il bending video fatto in casa da appassionati dediti a questa nuova era della VideoArt. Si riempie il Web di strane forme e colori su schermo, immagini che sembrano venire direttamente dallo spirito inquieto di Samara del film nipponico 'Ringu' per infettare gli schermi attraverso vecchi Atari, C64 e consolle circuitate a dovere. Infine, l'interpretazione lo-fi dell'arte digitale è un insieme di microframmenti, assimilabili ai vecchi frontlines dediti all'"Assalto alla Cultura", rimandanti al minimalismo e a quel decostruzionismo della tradizione "pop" occidentale. Il 'microlinguaggio' è semplice e difficile allo stesso tempo, accessibile a chiunque ma pieno di insidie, prima di tutte l'estemporaneità dei mezzi, impiegati per l'uso espressivo ma nati per fare altro, rappresentanti la sfera videoludica della contemporaneità, dell'era digitale. Un inseguimento senza fine di mezzi insoliti, unità sonore, nuove melodie e nuovi rumori, nuovi linguaggi visuali e sonori... "low tech music for hi tech people". (Come inputs, tra le ultime releases "Blue On Blue", di Clause Four, di Londra, Hackney per la precisione. experimental/electronic dall'approccio assolutamente innovativo all'8bit).


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lunedì 22 ottobre 2007

Vladimir Ussachevsky e il Columbia-Princeton EMC. Pionieri dell'electronic e tape-music (parte 1°)

Figura storica agli albori dell'electronic music: Vladimir Ussachevsky, pioniere della cosiddetta "tape-music", nato nel 1911 nella Manchuria sud Siberiana, produce il primo lavoro di 'electronic music' nel 1951. Emigrato dalla Russia nel 1931 verso gli USA, studiò musica tra la California e NewYork, con un approccio assolutamente classico e neo-romantico alla strumentazione e alla musica, cominciando la vera e propria sperimentazione elettronica nel '51. Insegna alla Columbia University dal 1947 fino all'80. Insieme al suo insegnante Otto Luening, e in cooperazione con Milton Babbitt e Roger Sessions, Ussachevsky fonda a NewYork, nel 1959, il CPEMC, Columbia-Princeton Electronic Music Center, uno degli studi per l'electronic music più grandi del mondo. Insegnò alla University of Utah a Salt Lake City, rimanendo come docente titolare anche dopo il 1980, in seguito al ritiro dalla Columbia University. Fu presidente anche dell'American Composers Alliance dal 1968 al 1970 e membro consultivo del label CRI, per cui uscirono moltissime sue composizioni. Apportò numerosi e concreti sviluppi all'electronic music, un esempio è la concretizzazione del primo ADSR envelope nel 1965, componente fondamentale dei moderni sintetizzatori e degli strumenti elettronici in generale. Uno studio non da poco e un elemento con cui si confrontano tutti i musicmakers moderni, molto spesso senza sapere cosa c'è dietro a questo o quell'elemento. è un dato di fatto che non serva sapere chi ha creato il primo oscillatore o inv.ADSR o gli studi che stanno dietro ad ogni elemento, ma è un'ottima integrazione l'approfondimento di ciò che ha determinato le condizioni attuali dell'electronic music. Il campo è vasto e ai grandi esponenti dell'elettroacustica della prima metà del Novecento si deve molto. è sicuramente il caso di Vladimir Ussachevsky, a cui va attribuito, tra le tante cose, il merito di esser stato insegnante di Wendy Carlos, la compositrice a cui Robert Moog deve parte della sua grande fama. e con lui il Minimoog e il sintetizzatore in generale, elevato a strumento nobile grazie alle mitiche produzioni di Carlos, tra cui "Switched-On Bach" e "The Well Tempered Synthesizer", lavori stupendi, ri-elaborazioni di composizioni classiche e lavori originali, in cui il Minimoog suona come un violino sulle note di complesse partiture. Altri suoi noti studenti furono Charles Wuorinen (esponente della musica seriale - usò il synth RCA MarkII per produrre il materiale sonoro della composizione "Time's Enconium", grazie al quale vinse il premio Pulitzer per la musica), Alice Shields (a sua volta studentessa di Jack Beeson), Ilhan Mimaroglu (tra le tante cose produttore di noti dischi jazz tra i quali "Changes One" di Charles Mingus), Ingram Marshall (a sua volta studente di Ilhan Mimaroglu), Richard Einhorn (autore dell'opera in due atti "Freud and Dora: A Case of Hysteria"). Ussachevsky è conosciuto anche per le sue composizioni 'corali', in gran parte derivanti dalle esperienze nella musica liturgica russa. Al contrario invece le sue composizioni elettroniche comprendono un ampissimo spettro di sonorità, derivanti da sorgenti elettroniche ed acustiche. La sua abilità nella manipolazione di materiale pre-esistente, derivante soprattutto dal recording di strumenti, è evidente in moltissime composizioni tra cui "A Piece for Tape Recorder" del 1956 e "Of Wood and Brass" del '64-'65. Nell'ottobre 1952 il concerto elettronico con Luening al Museum of Modern Art di NewYork fu trasmesso dal vivo riscuotendo grande successo, proseguendo il cammino verso la diffusione della sperimentazione elettronica ed elettroacustica. Nel concerto fu incluso "Sonic Contours" ('52), che modifica elettronicamente il suono di un pianoforte. Ussachevsky è sicuramente uno dei più significativi pionieri nella composizione elettronica, apportando una fortissima spinta verso la sperimentazione; è noto per aver prodotto uno dei primi lavori di "tape-music" in assoluto, una sintesi esclusivamente americana della francese musique-concrète e della scuola tedesca dell'elettronica pura. Compone anche importanti e note soundtrack, tra cui 'Suite from No Exit' del '62 per il film di Orson Welles tratto dall'importantissima opera teatrale di JeanP.Sartre e la soundtrack per il film avant-garde "Line of Apogee". Altra opera fondamentale di Ussachevsky è "A Poem In Cycles And Bells" del 1954 per tape e orchestra (una delle primissime sperimentazioni elettroacustiche). "Creation Prologue" (1961), "Conflict" (1971) e "Creation Epilogue" (1971) sono tre atti del multi-movimento "Creation", arrangiato per coro e interferenza elettronica. Il CPEMC fu, come già detto, lo studio più importante per la musica elettronica, a cui fecero riferimento diversi compositori; proprio al Columbia-Princeton Milton Babbit fece un grandissimo uso del sintetizzatore MarkII, le sue pieces per tape e instruments, furono realizzati infatti con il MArkII, incluso il famoso 'Philomel' per suono sintetizzato e soprano.
(Studio 317, uno dei 4 studi di composizione al C-PEMC, 1970. In senso orario dal centro, Vladimir Ussachevsky (seduto), Milton Babbitt, Bülent Arel, Pril Smiley, Mario Davidovsky, Alice Shields, Otto Luening)
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domenica 21 ottobre 2007

"Old School Synthesizer Culture" - X Factor, Mars & P7, Sms Analogue modular synthesizer

Due marchi e i loro nuovi synths: Macbeth Studio e il suo nuovissimo X-Fatcor e Synthetic Music Systems con il Mars & p7 e SMS Analogue Modular Synthesizer. Al Musikmesse di Francoforte del 2007 il synth designer inglese aveva presentato l'M5N, versione modificata e bianca del precedente monofonico (di colore nero, con le caratteristiche scritte arancioni). La struttura di base è la stessa, 3 oscillatori hi-range e due filtri Moog e Korg, amplificatore, due LFO e due inviluppi. La disponibilità dell'M5 era davvero ridotta in quanto a esemplari disponibili: 50 pezzi solamente. L'M3X e l'M3X2, a mio modestissimo parere, è stato un capolavoro in quanto a concezione, design e, ovviamente, sonorità. Un analogico dalle qualità indiscutibili, molto più simile ad un EMS Synthi A che un Minimoog. Di quest'ultimo ne ha certamente superato le possibilità sonore. Più volte Ken Macbeth ha inteso sottolineare le differenze tra Minimoog e M3x, synth più complesso, dalla pasta sonora molto simile ma andando ancora oltre grazie ad una concezione diversificata, maggiori funzionalità e quindi possibilità, oltre a un design compatto ("It's still a mistake to treat it as a Minimoog, because its additional capabilities make it a markedly different, more powerful instrument, and a 'touch-sensitive' one, at that"). Al momento attuale, per gli amanti delle sonorità Moog, è certamente l'M3X2 la scelta migliore, per tutti questi motivi. In pratica per la possibilità di una gamma sonora molto ma molto più ampia, dalle sonorità Moog a una "emulazione" FM del DX7 (synth complessissimo, di difficile programmazione e dalle sonorità difficilmente emulabili, come ogni synth basato sulla sintesi FM - "you can do a lot with filter fm and the oscs, they are stable enough to do "DX7" sounds with inharmonic spectra etc.."). Macbeth Studio Systems nasce proprio con l'intento di corrispondere l'immensa richiesta di full-analogue synthesizers, basandosi su un'idea di "old school synthesizer culture" ed ora sono arrivati a produrre il nuovo gioiello: l'X-Factor (una sorta di versione a tastiera dell'M3X), progetto esclusivo di Ken Macbeth, un sintetizzatore straordinario, potente, dal suono veramente unico e compatto, totalmente analogico, come specificato sullo stesso sito del produttore, tutti i componenti, i transistor, i circuiti integrati "sono della vecchia scuola elettronica analogica". Le notizie attualmente disponibili non sono molte, e quelle poche, sono contrastanti sulla disponibilità: stabilita dapprima l'uscita per maggio 2007 è stata poi rimandata e attualmente sono in corso gli ordini presso il sito MacbethStudioSystems. Brevi specifiche: "3 wide ranging oscillators with 10 turn potentiometers for precise frequency control Saw/Tri/Sine/Square- waveforms. Each oscillator functions as both audio and modulator for some striking cross-modulation effects. Dedicated analogue LFO as well as analogue Glide. Classic all-transistor 24dB/Octave type filter. Snappy transistor ADSR envelope generators. Variable tone noise generator. Dedicated headphone amp. Three and a half octave keyboard".

Il Mars & Planet7 Analogue Modular Synthesizer è un sistema analogico monofonico che comprende 4 unità da 19'' del rack, strutturato in modo da consentire una facile espansione. infatti è possibile cominciare dall'acquisto della singola unità Mars per poi completare il sistema con il Mars & P7. Il sistema così combinato è un potentissimo sistema analogico modulare. Un'occhiata ai singoli rack modulari: il Mars, come unità singola, è già un completo sintetizzatore modulare da cinque moduli in una unità rack da 19'' (VCLFO, VCO, VC, VCA, ENV) con connessioni interne "pre-patched" che permettono il routing del segnale, 16 potenziometri sul pannello frontale e 21 patches sul retro side. Il P7 è costruito per stare tra i due sintetizzatori Mars e, combinato con questi, grazie ai moduli addizionali del P7, accresce notevolmente la potenza e la performance del sistema complessivo arrivando a 10 moduli (2VCLFO, 2VCO, 2VC, 2VCA, 2ENV) e 32 potenziomentri sul pannello frontale. Nel complesso Mars & P7 è un sistema con 2 oscillatori con waveform morphing, due filtri 24db/oct a transistor, due vca, due inviluppi, un multiplo e tanti altri moduli collegabili tramite minijack sul pannello frontale. La porta P7 permette tutta la connettività necessaria per future espansioni. (Riassunto specifiche: 2 VCLFO’s, 2 temperature compensated 1V/Oct VCO’s with waveform morphing, 2x 24dB/Oct transistor ladder VCF’s, 2 log/lin VCA’s, 2 ADSR envelope generator’s, 1x 3 way multi, 1x 3 way buffer, 1x 2 Channel Mixer with +/- outputs, 1 sample & hold with integral clock, 1 lag processor, 1 DC level shifter/voltage source, 4 bi-polar attenuators, 1 high quality ring modulator, 3 colour noise source).

L'altro prodotto SyntheticMusicSystems è la serie SMS Analogue Modular Systems, un blocco di unità rack, indipendenti per funzioni ed alimentazione, con possibilità di collegamento tra di loro tramite minijack da 1/8''. Moduli di oscillatore lineare + sample & hold, doppio oscillatore standard, filtri, amplificatori, inviluppi, etc. Questi moduli della SMS hanno sicuramente un concept innovativo rispetto al tipico formato dei modulari analogici attualmente in commercio, ogni modulo è infatti una unità a sè stante permettendo massima connettività, stabilità e ogni singolo modulo può essere usato con altri analogici. Nel complesso, quindi, tutti questi sistemi SyntheticMusicSystems, dal Mars & Planet7 all'SMS Analogue modular systems, sono di altissima qualità, un prezzo competitivissimo e assolutamente consigliati a chi intende integrare e accrescere i propri sistemi modulari o ancora di più a chi vuole avvicinarsi per la prima volta a questo mondo (grazie alla semplicità dell'approccio a unità rack modulari 'prepatched').



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venerdì 19 ottobre 2007

experimental glitchers - cutting tools e buffer repeater

Come anticipato nell'ultimo post sulla composizione algoritmica portiamo avanti il discorso sulle applicazioni digitali per il cutting e la creazione di drumworx intricati, glitch e textures dal sapore sperimentale; dopo il mitico LiveCut 0.9 Smartelectronix, uno dei migliori nel suo genere, tocca ad altre tipologie di "audiorecorder", FSU, slicer e repeater. Basta cercare su qualunque database per trovarne in gran quantità, ma non molti sono di qualità ed è sempre difficile capirne le potenzialità e su quale tipo di sonorità possono dare il meglio. Comincerei dalle sonorità break e mashup e da quei tools specifici per il cutting istantaneo e l'azione sul buffer size, aumentando il potenziale destrutturante dei ritmi schizofrenici anche ad altissimi bpm. Innanzitutto il famosissimo 'SupaTrigga', manco a dirlo di Bram Smartelectronix, freeware, disponibile in VST e AudioUnit per Mac e PC. Poco "ergonomico", in assenza di GUI, ma è il bello di questo programma "raw ed old school", ottimo per riarrangiare l'audio in ingresso in un modo davvero esplosivo. Di facile gestione, si basa sull'interazione di cinque parametri che gestiscono la probabilità di intervento sul suono: 'rearrange prob', 'repeat prob', 'reverse prob', 'silence prob', 'slow prob'. Il parametro 'slow-speed' stabilisce la velocità di rallentamento, da quella quasi-istantanea simile alla pressione del tasto start/stop sul deck Technics, a quella più graduale simile al disco che gira su un piatto spento (ovviamente senza perdita di tono). Gli ultimi tre parametri servono all'intervento istantaneo sul ritmo, 'instant reverse', 'instant slow', '', 'instant repeat', riuscendo così a creare reverse improvvisi, rallentamenti o ripetizioni (o l'insieme di tutti!). fantastico in live. ed è proprio in questa fase, soprattutto per chi fa breakbeat,amen, breakcore, jungle e simili, che il SupaTrigga assicura un divertimento notevole, avendo la possibilità di stravolgere i beats precedentemente preperati e assemblati. Sintetizzando si può dire che al di là delle 3 funzioni istantanee, sono le 5 funzioni di probabilità, insieme al 'granularity' a creare la base del cutting e del riarrangiamento del beat. la probabilità di riarrangiamento invece agirà sull'insieme di tutti questi parametri, stabilendo, in percentuale, la quantità di intervento. SupaTrigga è molto noto ormai nella comunità di musicmakerz che fanno della destrutturazione del ritmo il fondamento della propria musica, ma c'è un'altra applicazione, conosciuta pochissimo, ma altrettanto valida: 'InstaJungle' di Laurence Davis, versione beta 0.3, VST per Windows e Mac OSX. Per stessa ammissione di Davis, InstaJungle è direttamente ispirato a SupaTrigga, ma al di là dell'azione sul buffer per creare degli slices, hanno poche cose in comune. è vero, l'approccio è totalmente diverso e così la modalità di intervento sui knobs. InstaJungle infatti rende possibile lo slice "on the fly" del beat e il playback di differenti slices in buffer, spostando i parametri di velocità,pitch e molto altro. In pratica dà il meglio di sè per fill istantanei, drillate e rolls in crescendo di pitch, che scalano diverse tonalità in una frazione di secondo. Il modo per sfruttarlo al meglio è l'approccio ultra-dinamico, è per questo che un controller è davvero necessario. Basta anche intervenire contemporaneamente sui soli parametri 'button1', 'button val1' e 'speed' per creare, intanto, delle ottime drillate dinamiche e ultra-fast che accelerano fino a divenire un unico suono continuo (è ottimo assegnare 'button1' ad un pulsante, 'val1' ad un knob e 'speed' ad uno slider, ad esempio). Come per SupaTrigga, è l'intervento continuo a creare la dinamica dei fills, ma in IJ è tutto basato sull'intervento manuale (non ci sono parametri di probabilità). Mi risulta un po difficile spiegare la funzionalità dei controlli, basta dire che ci sono 4 buttons, ad ognuno dei quali è assegnato un 'button val' (che raddoppia le ripetizioni), 'position', 'quantize', 'speed', 'reverse', 'smothing', 'toggle', 'sync slice lengt', 'sync slice start', 'position domain' e 'freeze mode'. Perfetto per l'amen break, il mashup e affini. 'Memory' della WhiteNoiseAudioSoftware è un altro fantastico effetto di buffer repeat e phrase sampler, che "looppa" l'audio in ingresso (forward o reverse) permettendo l'intervento "on the fly" sul buffer size, filtrandolo e lasciandolo in sincrono con l'host in uso. è un plugin maneggievolissimo e di facile utilizzo, grazie alla semplicità dei controlli e soprattutto al pad XY che permette di intervenire sulla lunghezza,il pitch e il cutoff dei filtri highpass o lowpass. i controlli sono 3 con relative tendine sottomenù: 'mode' (beat,shorty,pitchy), 'filter' (off,hp,lp) e resonance (solo uno slider). Una volta settati questi il resto lo si fa muovendo la freccia sul pad. I risultati sono eccellenti, per qualità e dinamica. Clikkando col tasto destro del mouse sul pad il tutto viene mandato in reverse e può essere usato anche solo per questa semplice funzione, ma con l'aggiunta di un ottimo filtro per un maggiore impatto (altrimenti per reverse semplici semplici -magari per chi fa tekno o similari dove non serve grande intervento e storpiamento del suono- si può usare il 'Backman' della Klanglabs..i loro programmi non sono un granchè, tranne uno di cui parlerò avanti, ma per dei reverse il Backman va benissimo). Il Memory supporta nativamente l'utilizzo del guanto-controller P5 Data Glove. Il plugin per eccellenza per le sonorità glitch ed experimental, uno dei più conosciuti e famosi per lo storpiamento del suono, è il DBlue Glitch, un programmino davvero bello, fondamentalmente un multieffetto, che grazie ad uno step sequencer che permette l'alternarsi fino a 64 effetti in una misura da 16step, è ottimale per la creazione di glitches, cuts, clicks, bleeps e scratches. è un freeware e personalmente non mi sorprenderebbe se un giorno il suo programmatore, Dblue, svegliandosi da un lungo sonno, decidesse di introdurlo sul mercato e anche a caro prezzo. alla faccia di chi crede che l'unico motore per la produzione di ottimi programmi siano solo i soldi! Necessita ancora tanti sviluppi, ma di base è un programma coi cosiddetti. Molti parametri, 'amount', 'de-click' (per aggiungere o levare quei clicks al passaggio da un effetto all'altro sullo stepsequencer, tanto fondamentali per la produzione di ottimi glitches quanto i ritmi scomposti in 32esimi o maggiori), 'overdrive', 4 tipi di filtro per ogni singolo effetto e 4 per l'uscita generale, 2 parametri per lo 'step envelope', 'seed' per variare le impostazioni della randomizzazione e tanti altri. Quest'ultima funzione, random, può essere utile quanto controproducente. Il mio consiglio è infatti quello di imparare a gestire ogni effetto su ogni singolo (o frazione di) step, riuscendo così a controllare sbalzi di volume, o fill non voluti e fuori battuta..è questo infatti il rischio maggiore di una randomizzazione degli fx (soprattutto per effetti come il 'retrigger'). Applicazione perfetta per il Clicks & Cuts, ma su sequenze schizofreneticamente mashup, si lascia godere anche maggiormente! Ultimo consiglio su questo plug: prestare particolare attenzione al 'crusher' e allo 'stretcher'; se usati su parametri preimpostati, senza perderci tempo, si rischia di avere sempre quel suono caratteristico del DBGlitch, riconoscibile a colpo d'orecchio e, alla lunga, noioso. Sul sito di DBlue recuperai anche due piccolissime applicazioni, DBlue Stretch e TapeStop, no GUI, ma utili se si lavora molto con queste tipologie di fx (non so se ancora downloadabili..sapevo non esserci la volontà di una distribuzione in quanto semplici sviluppi per le versioni successive di DBGlitch). Per i Mac-ofili una grave mancanza il Glitch, essendo disponibile solo come VST per piattaforma Windows. Il vero gioiellino, il tipico effetto FSU, conosciuto pochissimo e di semplice gestione, è il mitico 'CopyShop' by Shuriken.

Che dire di questo piccolo giocattolino virtuale con una GUI molto molto carina? ben poco. è infatti solo da provare, ha un'unica funzione, "choppare" il buffer e suonarlo stravolgendone la lunghezza. Pochi fronzoli e zero funzioni: un 'rec' e un 'amount'; la GUI, difatti, presenta un pulsante e una ruota, perfetta anche per un approccio visuale dell'intervento audio. Pur avendo due soli parametri è da usare assolutamente con controller midi..il 'rec' su un pulsante e l''amount' su un bel knob e il gioco è fatto. Sui soliti ritmi schizoidi e ultra-fast si potranno avere dei velocissimi repeats impostando la lunghezza del playback su un valore basso o delle drillate pazzesche in crescendo fino ad un suono continuo, ruotando il knob. Sulle "sottili" trame e textures ritmiche dell'idm più soft o dell'ambient, invece, si possono ottenere degli ottimi fill dal sapore meccanico e vagamente industriale, con degli eccellenti clicks dinamici. Il tutto sta al musicmaker e alla capacità di impiego del mezzo, essendo un tool completamente "manuale". I parametri, infatti, sono automatizzabili, ma l'unico approccio possibile è quello live, registrando o riversando direttamente su canale audio. Assolutamente da provare! Il CopyShop a mio parere è l'unico plugin davvero interessante della Shuriken, gli altri prodotti lasciano a desiderare in quanto a qualità (escluso il Kerrstinn ottimo per lo storpiamento di ritmiche distorte, perfetto per sonorità dark-industrial, o lo Shredder, un sampler con cui, lavorandoci un po si possono tirar fuori cose interessanti, soprattutto drillate e scalate overtones ultra malate - diffido molto invece da distorsioni ispirate al circuitbent, come il Berrtill, non ne capisco il senso..ma lo conosco poco). Altro interessante repeater è il 'Muchacho', dal sito Xoxos, non il migliore del suo genere ma interessante per ciò che lo differenzia dagli altri slicer, il sequencer basato sulle probabilità di intervento e 'buffer override'. In questo senso infatti si distingue dal più noto Buffer Override di DestroyFX Smartelectronix, plugin poco valido (un po tutti i plug di DestroyFX lasciano a desiderare -interfacce confusionate, qualità scadente,etc- rispetto agli altri validissimi programmatori Smartelectronix). Il Muchacho sostanzialmente si sincronizza con l'host in due modalità, dando divisioni del beat multiple di 2 o di 3, a seconda del settaggio della funzione 'sync' (o,2 o 3). La gestione complessiva a dire il vero è un po ostica, anche per via dei calcoli di probabilità e tempi che stanno dietro a questo plugin. L'ultimo di questa lunghissima parata di plugins è il nuovissimo "The Mincer", una novità assoluta! quando l'ho provato non era ancora disponibile per il download ufficiale, nè per un vero e proprio betatesting!! a giorni lo si troverà sul sito KlangLabs. Lo sto usando da qualche tempo e devo ammettere che, rispetto agli altri prodotti KlangLabs, questo mi piace proprio. notevole "trita-beats", il classico slicer/repeater.. l'interfaccia è davvero simpatica, di piccole dimensioni (quindi maneggievole all'interno del sequencer/host) con il disegno di una lama di coltello che minacciosa aggredisce i ritmi frenetici, producendo diverse frammentazioni del beat a seconda dell'impostazione dei parametri. 3 sezioni: 'slicing' (4,8,16,32,64, pulsante 'triggering dotted', 'reverse occurrences' e knob 'shuffle'), 'midi' (3 pulsanti: 'trigger by midi', 'midi random/secuential', 'gated midi triggering' e un knob 'gate release'), 'wet-dry' (1,2,4,8, 'auto dry/wet alternation', 'wet/dry - retrigger syncopated', 'LFO dotted time', un knob 'dry/wet'). Come si intuisce dai controlli i parametri sono molto particolari, garantendo sequenze sincopate, ripetizioni, reverse e soprattutto un'alternanza di gestione e intervento davvero incredibile! Infine voglio segnalare un altro repeater (delay) relativamente nuovo (inizio 2007), questa volta a pagamento, ispirato direttamente al beat repeater di Live Ableton, il Replicant della Audio Damage. è in grado di creare automaticamente tagli e rimescolamenti dell'audio in ingresso, utilizza un algoritmo per la randomizzazione e permette l'uso di filtri ed effetti come la riduzione del bit e a differenza del beatrepeater di Live Ableton è di più facile gestione e con un maggiore controllo sui parametri. Disponibile in VST per Windows e VST/Audio Unit per MacOSX al prezzo di circa 35euro. La lista di effetti FSU, phrase sampler, buffer repeater, slicer etc per il dissezionamento di ritmi breakbeat o per la creazione di sequenze sperimentali sul versante glitch e ambientale è davvero ricca...ce ne è per tutti i gusti e ognuno di questi plugin può essere impiegato in qualunque situazione e territorio sonoro possibile e immaginabile. Non c'è limite. Ovviamente in questo post non posso trattare altre modalità per il cutting come ad esempio l'uso di sampler/slicer sul genere di LiveSlice, Slifty e molti altri..è un'altra modalità di approccio al cutting, altrettanto appagante dal punto di vista dei risultati, essendo ogni impostazione "manuale". O trattare un altra modalità di dissezionamento del segnale audio per produzioni più sperimentali, ambient, idm, attraverso l'uso di granulizer e delay multi-tapping, tools molto particolari, che gestiscono il buffer con singoli sliders accavallando più segmenti preregistrati..delle vere bestie per le sonorità ambientali e idm!

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lunedì 15 ottobre 2007

Nuova uscita per Venetian Snares - "My downfall (original soundtrack)", ottobre 2007

Ogni ascolto, ogni suono, ogni produzione è un bene comune (o dovrebbe esserlo), entra a pieno tra gli ascolti di molti, concorre a sviluppare e a creare un background acustico ed evolvere il panorama creativo di ognuno. "My downfall - original soundtrack", è uscito l'8 ottobre per il label PlantMu. Continua il percorso intrapreso con "ROSSZ CSILLAG ALATT SZÜLETETT", lavoro dal nome tanto impronunciabile quanto indefinibile sul versante del genere. Quest'ultimo lavoro contiene 14 soundtracks. Album sinfonici, monumentali, compatti dal punto di vista sonoro, criptici nelle sezioni ritmiche. In "My downfall" si va da episodi completamente melodici, in assenza di ritmiche marcate come in "if i could say i love you", 13° e penultimo brano del cd, a brani dalle ritmiche ultra-fast, schizofreniche, complesse dal punta di vista delle evoluzioni e dei fill, come in "the hopless pursuit of remission", 2° brano e seguente la bellissima apertura di "colorless". Uno dei momenti meglio riusciti è "integraation", in cui il classico ritmo break esce dal complesso del mix in maniera molto particolare (sembra quell'effetto che definisco anti-reverb -definizione molto poco tecnica:)- cioè una simulazione, sicuramente virtuale, dell'abbassamento di 'size' di una stanza), un'equalizzazione neutrale, poca spazialità sui reverberi rispetto al resto dei canali audio (è anche questo che concorre a marcare una sezione ritmica rispetto al resto della traccia). C'è poco da dire per recensire un ottimo album come questo, ma c'è comunque da dire che in un momento in cui le repliche di breakcore, dubstep,etc pullulano come formiche in un formicaio, il ritorno a sonorità ben scritte e ben eseguite come queste di "my downfall" fanno molto bene. Quello che contraddistingue un bel lavoro di drillnbass, breakcore, illdubstep, etc (sicuramente questo cd di V.S. non è solo questo, come lui stessso ricorda, ma molto molto altro) è la qualità audio, gli sviluppi sulle ritmiche, i fill ritmici sempre in evoluzione, prendere l'ascoltatore in contropiede con degli sviluppi inaspettati, nel momento in cui ci si aspetta una determinata evoluzione eccolo là che arriva un fill pazzesco, del tutto inatteso, creando una struttura complessa. Non basta il miglior tracker del mondo, il miglior sequencer disponibile sul mercato, i migliori effetti FSU, beatslicer, glitcher, etc per fare questo. ma solo e unicamente pazienza, scrittura diretta pezzo per pezzo, trasformando un arranger virtuale in un unica linea di composizione manuale (e non di somma). Comunque al di là dei fattori tecnici è un album che merita di essere ascoltato, non di difficile ascolto come altri episodi del passato, ad esempio "2370894" del 2002 o "Huge Chrome Cylinder Box Unfolding" del 2004.

venetian snares "my downfall (original soundtrack)".
planet-mu. october, 2007.
  1. colorless
  2. the hopless pursuit of remission
  3. hollo utca 2
  4. room 379
  5. integraation
  6. hollo utca 5
  7. hollo utca 3
  8. my half
  9. hollo utca 4
  10. my crutch
  11. i'm sorry i failed you
  12. picturesque pit
  13. if i could say i love you
  14. mentioning it
Links:

domenica 14 ottobre 2007

Moog, Arp, JenSX1000 - glorie analogiche ed emulatori freeware

Quando il mitico "Switched On Bach" arrivò alle orecchie degli ascoltatori nel 1968, il Minimoog entrò in una nuova era e per molti si aprì un vero e proprio mondo. Le potenzialità del synth firmato Moog erano finalmente svelate completamente, senza possibilità di discussione. Certo, si manifestavano le indiscusse capacità compositive di Wendy Carlos (già Walter), ma da un altro lato le straordinarie capacità timbriche del Minimoog e la sua elevazione a strumento a tutto tondo. Segue, nel '69, un altro capolavoro dell'elettronica, "Well Tempered Synthesizer", continuando la scia di virtuosismo e fusione elettronica con il classicismo musicale. Il Minimoog divenne il sintetizzatore per eccellenza e cominciò la lunghissima strada di termini di paragone,emulazioni, miglioramenti, superamenti etc, cercando di ricalcarne le sonorità, il comportamento degli oscillatori, dei filtri. Storia simile per un'altro mostro sacro, l'Arp2600. In questo breve articolo ci vogliamo soffermare sulle emulazioni digitali freeware. Chi ha la fortuna di avere a disposizione simili analogici nel proprio studio e di poter sentire la potenza del suono che esce dagli oscillatori può divertirsi a sentire i paragoni con le emulazioni (molte volte la qualità di un softsynth è data proprio dalla distanza dall'emulato, la possibilità in più ad esempio per quantità di oscillatori e la conseguente gamma sonora più vasta. è bene precisare che nulla supera un analogico reale, ma quando è richiesta una sonorità particolare non prevista nella gamma di un dato strumento analogico, è lì che viene in aiuto il digitale ed è lì che secondo noi ha senso il digitale, l'emulatore e tutto il resto). Chi invece non sa cosa sia sentir suonare un analogico può comunque farsi un'idea del tipo di sonorità. Forse dirò un'eresia (non credo) ma la migliore emulazione di Minimoog attualmente disponibile in versione software secondo me è il Minimogue VA. Sicuramente opinabile come affermazione, tantopiù che è pieno di emulazioni a caro prezzo come il famosissimo Arturia o il G-Force Minimonsta.

Chiedendo delucidazioni al programmatore sulle differenze sostanziali tra i due plugins, la risposta era quella che si evidenziava già a prima vista dagli screenshots: panning indipendente per ogni oscillatore e due filtri in LUXUS (e una migliore visualizzazione dei parametri dell'arpeggiatore). Quindi Luxus ha un doppio percorso per ogni oscillatore (in pratica 2 MinimogueVA). Nelle precedenti versioni il dispendio di CPU per Luxus era notevole, ma come afferma lo stesso programmatore, dopo un bel po' di lavoro la scorsa estate, ha ridotto notevolmente il dispendio, ma è comunque leggermente più elevato rispetto al VA. Minimogue è stato sviluppato da tre programmatori e sulla pagina di uno dei tre (Glen Stegner) è disponibile la versione in savi-host per essere usato in modalità stand-alone. Un altro ottimo softsynth degli stessi programmatori è Memorymoon, al prezzo di circa 17 euro, ispirato ai classici sintetizzatori del passato; 6 voci, 3 oscillatori, un noise oscillator, amp e 2 filtri, osc sync, grafici di inviluppo, arpeggiatore e trancegate. Ricevuto il download per il betatest, si sono riscontrati problemi di crash in Ableton 6 (erano in via di risoluzione e sicuramente fixati nella release successiva). Sul sito di Glen Stegner troviamo un'altra ottima emulazione freeware: Arppe2600VA. A differenza del Minimogue, Arppe2600 è monofonico, come l'Arp2600, e con una moltitudine di modulazioni di frequenza. Dalla versione 2.0 l'Arppe2600VA è completamente patchabile tramite griglia Matrix. Tra le emulazioni digitali del Minimoog segnaliamo un altro freeware: Cyclick FreeMoog. è un freeware, quindi si può provare, ma in quanto a qualità è lontano dal Minimogue. Finiamo con un bel plugin molto minimale nell'interfaccia, il CONTRALOGIC LETO. un bel softsynth che emula il suono del mitico (ma un po dimenticato tra le pieghe della storia) JEN SX1000, sintetizzatore analogico italiano del 1977, detto anche "Synthetone". Questo è un synth con un carattere unico, con parecchie carenze da un lato della gestione (midi,cv/gate,patch memory,etc) ma un suono inconfondibile. Monofonico, unico oscillatore, un LFO, due ADSR, portamento, un filtro LP a 12 dB con risonanza; i pomelli sono gli stessi dell'EMS Synthi AKS, ma circolano diversi esemplari con differenti tastiere e chasis (bianco o nero) e si sa davvero poco sull'azienda produttrice. Attraverso la Rete è possibile recuperare diversi tutorial riguardo interessanti modifiche sul Synthetone Jen Sx-1000, tra cui l'aggiunta di un Sub-Oscillatore, con un solo circuito integrato (4013), stagno e filo. Sull'interfaccia di Leto troviamo 24 knobs -esattamente come sul Synthetone SX-1000-, una sezione VCO (tune, octave, vibrato, waveform, pulse width, PWM, level, glide), LFO (speed), VCF (frequency, resonance, LFO, env. level, attack, decay, sustain, release),NOISE (noise, level) e VCA (output volume, attack, decay, sustain, release). Ottimo suono, alta qualità, e notevolissima possibilità di intervento sul suono.

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venerdì 12 ottobre 2007

Composizione Algoritmica 2- breakbeat cutting tool: LiveCut 0.9 (original algorithms by Nick Collins)

Per lo "smashamento" dei beats ci sono un'infinità di plugins. Il LiveCut è forse l'esempio migliore; è un prodotto freeware SmartElectronix, basato su BBCut, la BreakBeat Cutting Library scritta da Nick Collins per SuperCollider - "The BBCut Library began out of work on an algorithm to simulate the automatic cutting of breakbeats in the style of early jungle or drum and bass" (Nick Collins). Come è giustamente spiegato sul sito SmartElectronix, LiveCut è solo una piccolissima parte di ciò che è possibile fare con BBCut, è un plugin e quindi "pronto" all'uso, si applica all'istanza aperta e via. è un beat slicer, ma non si comporta come la maggior parte di questi; sfruttando gli algoritmi sviluppati da Nick Collins LiveCut non manipola specifiche porzioni di audio, ma lavora sui "tagli", sulla lunghezza e il numero di ripetizioni su un determinato beat. I "cuts" sono organizzati in "blocchi" e formano una "frase". ogni frase poi può terminare con un roll o un fill a seconda dell'impostazione dei parametri. L'algoritmo in pratica si comporta in maniera specifica a seconda del segnale audio che incontra e dell'impostazione sullo step, adoperando 3 procedure di cutting impiegate in BBCut- CutProc11: la procedura base che imita il comportamento dei tricks d'n'b. WarpCut: produce velocissimi cut rolls e progressioni geometriche. Il tipo di algoritmo richiama alla mente i tricks alla Aphex Twin, da cui il nome WarpCut. SQPusher: questo algoritmo è stato sviluppato da Nick Collins specificatamente per simulare e riprodurre i tricks alla Squarepusher. è composto da un'alternanza di drills/semi-drills mentre l'intera ultima misura di una frase è un roll scelto tra quelli trascritti da Nick Collins. (traduco con "drill" la parola inglese "quaver", il cui significato letterale sarebbe "trillo", ma in questo senso si intende il veloce -"fast"- cut roll o il veloce singhiozzo ritmico che crea il breve roll). Con le ultime versioni sono stati aggiunti un bitcrush per intervenire sul bitrate e un combfilter. Ovviamente LiveCut si differenzia dalla library BBCut per SuperCollider per il fatto stesso di essere un plugin, si carica in un'istanza e si suona. non va comunque dimenticato che senza conoscerne le possibilità possono uscire dei gran casini sprecando tempo prezioso; in pratica, la buona conoscenza dei parametri trascritti da Collins determina la buona riuscita di una sequenza. Diciamo subito che ci sono parametri comuni alle tre tipologie di cutting e parametri specifici per ogni tipo di cutting; si possono riassumere velocemente. comuni: Cutproc(sceglie quale procedura utilizzare tra CutProc11,WarpCut,SQPusher), subdiv (sceglie la divisione dei tempi [8 = trills 16=semitrills ...]), seed (per scegliere il cutfade), fade (tempi di fade-in, fade-out in millisecondi), minamp (minimum amplitude), maxamp (maximum amplitude), minpan (min pan position[-1=left, 1=right]), maxpan (maximum pan position), minpitch (minimum pitch transposition in cents), maxpitch (minimum pitch transposition in cents), duty (duty cycle ratio for standard cuts), fillduty (duty cycle ratio for fill cuts). specifici: CUTPROC11 - max phrase (lunghezza massima della frase in bars), min phrase (lunghezza minima della frase in bars), max rep (numero massimo di ripetizioni), min rep (numero minimo di ripetizioni), stutter (probabilità di variazione "stuttering" alla fine della frase), area (area of the stutter roll [1=1bar 0.5=1/2bar]). WARPCUT - straight (probabilità di assenza di rolls), regular (probability of equally spaced rolls), ritard (probabilità di accelerazione o decelerazione dei rolls), speed (velocità di ritardo rolls [0.0= no acceleration]). SQPUSHER - activity (controllo della probabilità trà semiquavers e quavers). Il resto dei parametri riguarda il bitcrush e il comb filter, sul primo si controllano i parametri del crusher, del bit e freq, sul secondo il bypass effetto, il tipo di filtro, il feedback e il minimo/massimo delay espresso in millisecondi. Per chiudere non bisogna dimenticare che LiveCut è un plugin differente, ha poco a che vedere col resto dei beat-slicer e come abbiamo spiegato si comporta in maniera del tutto diversa.



Download LiveCut 0.9:
Links:
esempi mp3:

martedì 9 ottobre 2007

Composizione algoritmica - SuperCollider 3

"pacchetto software" di Nick Collins, è un linguaggio studiato e sviluppato largamente in diversi ambienti sperimentali; rappresenta sicuramente uno standard di riferimento al pari di CSound. Interfacce spartane, nessun collegamento diretto, per ogni variazione di paramentro è il linguaggio testuale che crea l'interazione con l'elaboratore. Estendendo la ricerca sulla Rete, gli interventi di chi usa questi linguaggi di programmazione per l'electronic e la computer music sono pochissimi, quasi nulli, solo moltissimi studi provenienti da ambienti universitari e qualche scuola di musica elettronica. Riscrivere una partitura classica pre-esistente impostando i parametri con SuperCollider3 è un lavoro arduo, su cui si rischia di impazzire, certamente con CSound l'operazione diventa più semplice, ottenendo il controllo su ogni singola nota, timbro, parametro con un lavoro relativamente non eccessivo. SC3 non è affatto intuitivo infatti, necessita di uno studio non indifferente e di capacità effettive col mezzo. Generare 3000 oscillatori in frequenza varia con un algoritmo, la modifica di parametri in tempo reale con una operazione, creare l'effetto desiderato velocemente, aggiungendo delay, reverberi, pitchshifter in scalate overtones, l'interazione e il controllo di strumenti elettroacustici elaborati con computer, è cosa possibile con SuperCollider. Ci si avvicina ad un approccio "strutturalista", in quanto mirato al controllo millimetrico e alla costruzione di singoli parametri su base algoritmica, lasciando anche un grande spazio all'improvvisazione. Costruire interfacce grafiche per le proprie necessità, quantità polifonica, effetti, nuovi ambienti sonori per la produzione di segnali ultra sperimentali, tutto è possibile con SC3 e da molti performer utilizzato, come Cylob ad esempio e una discreta comunità di performers dediti alla sperimentazione audiovisiva. L'escursione armonica, il change polifonico o la mutazione di specifiche polifoniche, ad esempio con Max/Msp, è sicuramente più "intuitiva". Cmq, a dispetto di molte discussioni a riguardo, la capacità algoritmica di composizione "micro" rispetto a quella "macro", è possibile su ognuno di questi software (maxmsp,supercollider,csound). Il paradigma compositivo è vasto. "SC è preciso ed efficiente ma è puntiglioso ed ha un forte senso della responsabilità" (Centro Interdipartimentale di Ricerca sulla Multimedialità e l’Audiovisivo). Nello specifico, alla richiesta "che cos'è SuperCollider?" si può rispondere: 'un pacchetto software per la sintesi ed il controllo dell’audio in tempo reale'. "pacchetto software" tuttavia è piuttosto vago. 1. SC rappresenta lo stato dell’arte nell’ambito della programmazione audio. 2. SC è ottimizzato per la sintesi del segnale audio in tempo reale, ideale per l'utilizzo strumentale (performance live, installazioni, eventi). Può anche essere usato per generare materiale audio non in tempo reale, rendendolo più ostico in quesa applicazione "da studio". 3. SC è un fornitore di servizi audio. In pratica fornisce audio su richiesta: chi richiede audio a SC è un suo cliente (client). 4. SC è anche un linguaggio di programmazione, simile a Smalltalk e al linguaggio C, ed interprete del codice del linguaggio SC. "L’applicazione SC prevede due parti: una è il server audio (denominato scsynth), l’altra è l’interprete per il linguaggio (denominato sclang) che, oltre a interpretare il linguaggio SuperCollider, svolge il ruolo di client rispetto a scsynth."(C.I.R.M.A.). Originariamente sviluppato da James McCartney su piattaforma Macintosh, attualmente è un software open source, sviluppato da una vasta comunità di programmatori che lo hanno successivamente reso disponibile su piattaforma Windows e Linux.


Download SuperCollider:

sabato 6 ottobre 2007

"Istante Zer0" - le sperimentazioni di Pietro Grossi

Diciamolo chiaramente, se non fosse esistito Pietro Grossi, l'informatica musicale e l'elettronica odierna sarebbe ancora al paleolitico. Oggi viene facile riconoscere il tributo a pionieri come Kraftwerk, D.A.F., ecc.. "pionieri", titolo indiscutibile e assolutamente d-o-v-u-t-o per la diffusione del loro lavoro musicale e concettuale, ma non si può non riconoscere la matrice di larga fruizione, l'approccio popular (che non è l'antitesi di underground), come tutta la musica fruita che non passa attraverso la sperimentazione accademica, le pubblicazioni universitarie, le nicchie sperimentali (di cui l'Italia ha grandi esponenti sia nel campo audio che visivo- sperimentazioni elettroniche, musica concreta e videoart con la nascita di questo linguaggio espressivo nel panorama italiano anni '70-'80. Viene in mente il mitico 'Studio Azzurro' nel 1982). L'opera di Grossi è altro, è sperimentale allo stato puro, è elaborazione di un nuovo segno, creazione di un nuovo linguaggio. Questo è il fulcro dell'attività di Pietro Grossi, quello che egli stesso definiva "l'istante zero" : "La musica è giunta oggi a una radicale svolta della sua storia, della sua esistenza, del suo sviluppo. E' al suo istante zero". La musica così come la si è concepita sinora, dai tamburi nella giungla al blues della prima metà del Novecento, non esiste più. non è cambiato solo il segno, è cambiata l'essenza stessa. La musica elettronica sancisce questa fine, la rappresenta e ne chiude il significato, e segna il nuovo inizio. A questo si lega il pensiero che Theodor Adorno esprime nella sua estetica (da "Filosofia della musica moderna" agli ultimi studi in ordine temporale) e che condivide con Alban Berg, secondo cui l'artista contemporaneo , a differenza di altre epoche, deve porsi la questione ontologica dell'arte. è questo che Pietro Grossi fa ed esprime col suo "istante zero" e soprattutto con la sua attività artistica (sia audio che visiva).  L'esperienza di Grossi è fondamentale per chi oggi utilizza il mezzo espressivo dell'electronic music; si sente e si legge sempre più spesso in giro chi, nell'ambiente, con un leggero moto di compiacimento nel dirlo, si definisce "artista"; Grossi ha avuto da dire anche su questo, sovvertendo un modo di pensare vecchio come l'ignoranza umana. Contesta apertamente il concetto di "proprietà intellettuale", sottolineando la matrice collettiva delle sue opere elettroniche, frutto dell'originario e della manipolazione. si intravede il concetto del "mashup" e del "trans-genere", l'ibrido. La proposta di Grossi non è "l'opera d'arte", ma l'Ingegno. Fornisce modelli, esperienze lavorative e di composizione, fornisce dati, crea ponti verso chi fruisce della sua opera per rendere qualunque cosa replicabile attraverso il calcolo computazionale dell'elaboratore. Non un artista, ma l'uomo che interagisce con la macchina fornendo modelli e ottenendo risultati sonori. sperimentazione totale. L'open source, lo strumento per creare variazioni sul tema, è teso all'infinito, nel cambiamento di un parametro cambia il modello di sintesi sonora, cambia il segno espresso, cambia il modello di fruibilità della "cosa artistica". In un momento in cui le grandi corporazioni informatiche si fanno le guerre legali per non fornire i dati informatici dei proprio prodotti e perpetuano i presupposti per lo spionaggio informatico, il codice libero e l'idea di Grossi rimane la modalità per una evoluzione dei linguaggi, dei mezzi espressivi e delle idee. La sperimentazione in Italia non è mai mancata, anzi. è sempre stata ricca di soggetti ed esperienze che hanno arricchito questo fatidico 'panorama sperimentale'; in ambito accademico: da Bruno Maderna a Luciano Berio a Luigi Nono; andando ancora indietro non va dimenticato che il mitico Manifesto del marzo 1913 fu firmato da Luigi Russolo. Una grande tradizione quindi, purtroppo poco valorizzata, rimasta in aree di nicchia e coperta dal pantano del mainstream. Grossi viene da una importante base classica; si diploma in violoncello al Conservatorio di Bologna, scrive composizioni orchestrali e da camera, svolge attività concertistica, insegna al Conservatorio di Firenze e negli anni '60 inizia le sue sperimentazioni nell'ambito dell'elettroacustica. Il primo incontro con l'elettronica avviene a Milano, presso lo Studio di Fonologia della RAI, dove effettua la sua prima esperienza elaborando una formula in grado di produrre una musica senza fine (una sperimentazione davvero emozionante). Nel '61 dà vita a Firenze all'associazione "Vita Musicale Contemporanea", di fondamentale importanza nella promozione di nuovi compositori sperimentali contemporanei; è attraverso questa che l'opera di John Cage si può conoscere in Italia. Nel '63 fonda lo studio di Fonologia Musicale di Firenze (S 2F M ). Nel '65 ottiene la cattedra di Musica Elettronica al Conservatorio di Musica di Firenze. LA PRIMA CATTEDRA DI MUSICA ELETTRONICA IN ITALIA. Nel '66 fonda lo Studio di Musica Elettronica. Nel settembre '67 l'incontro con il calcolatore:
"....Ho preso il quinto Capriccio di Paganini, ho perforato le schede e, fatto il pacco di schede, consegnate al computer, il computer le suonava. Il computer ha suonato subito alla perfezione il testo che gli avevo dato, e immediatamente dopo, ho potuto fare di quei suoni quello che volevo. Questo per me era un salto incredibile. E' stata un'emozione straordinaria....."
Definiva il suo lavoro prima della computer music "era Ante-Bit". Virtuso del violoncello, era stato anche pioniere nell'elettroacustica compiendo importanti sperimentazioni: suoni campionati tramite microfono, 'taglia e cuci' col nastromagnetico, musica concreta. L'elaboratore crea nuovi scenari, possibilità infinite grazie alla variazione di singoli parametri. Promuove l'istituzione della Divisione di Informatica Musicale al CNUCE, del CNR. Al '70 risale quello che si potrebbe considerare il primo "audio streaming" della storia con la prima esperienza di musica telematica in assoluto tra la Fondazione Manzù di Rimini e il CNUCE di Pisa. Al Festival di Musica Contemporanea presenta il suo primo package di programmi destinati alla computer music. Nell'84 dà il via a un corso di Informatica Musicale presso il Conservatorio di Musica di Firenze. L'ontologia del segno era per Grossi di vitale importanza, l'avvento di Internet poi diede una spinta maggiore al suo concetto di diffusione libera e di negazione della proprietà intellettuale. Dal '95 i suoi programmi per la Home Art si potevano scaricare gratuitamente, dando a tutti la possibilità dell'assemblaggio del proprio mezzo espressivo. Nel 1991 crea l'HomeBook, editor con programmi realizzati da lui stesso, assicurando l'unicità grafica di ogni opera. Ha prodotto 86 programmi che generano caratteri diversi e qualche centinaio che costituiscono lo sfondo grafico su cui inserire i testi. Nel 97 contribuisce a "netOper@", prima opera italiana collaborativa attraverso la Rete, con la prima performance on-line. Curiosità: attualmente il rarissimo vinile "Elettrogreca" del 1967 viene venduto ad un prezzo di 320 dollari. L'opera sperimentale di Grossi è vastissima, il suo contributo alla computer music preziosissimo. Se ne può solo dare una traccia, averne un'idea e continuare quel dibattito da lui auspicato sull'essenza dell'espressione artistica nel'istante zero.
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citaz.:
"Ormai, io trovo, niente è più fatto per gli altri, quello che si fa finisce con noi. Una volta creata una struttura musicale, o anche visiva, quando sia stata compiuta e ascoltata, non ha più vita. Perché oggi se ne può fare subito un'altra, oltretutto molto semplicemente. E allora mi chiedo quale sia lo scopo di farla sentire o vedere: forse solo quello di dire: guarda cosa puoi fare tu! Questa è l'homeart, arte creata da sé e per se stessi, oltre la sfera del giudizio altrui: non lo merita nemmeno un giudizio, perché può essere cambiata immediatamente: basta cambiar un numero e cambia tutto."

“La musica è giunta oggi ad una radicale svolta della sua storia, della sua esistenza, del suo sviluppo. E' al suo istante zero”.

" IL COMPUTER CI LIBERA DAL GENIO ALTRUI ED ACCRESCE IL NOSTRO".




Discografia
Atmosfera & elettronica (Lupus)
ElettroMusica n. 1 e n. 2 (Leo records)
GE-115 Computer Concerto (General Electrics, 1968)
Computer Music (Edizioni Fonos, 1972)
Computer Music (CNUCE/CNR, 1973)
Computer Music (CNUCE-IEI/CNR, 1978)
Computer Music - Bach/Grossi (LP, Ayma, 1980)
Paganini al computer (LP, Edipan, 1982)
Computer Music - Satie/Joplin/Grossi (LP, Edipan, 1983)
Sound Life (LP, Edipan, 1985)
S 2F M - Musica Programmata (LP, La Musica, 1986)
Computer Music (LP, Edipan, 1988)
Computer Music (CD, Edipan , 1990)
Musicautomatica (LP, Die Schachtel, 2002)
Battimenti (CD, ants records, 2002)
 

Inputs:

Links: