avant-garde ed experimental. nuovi segni nell'interzona elettronica // Interazioni & Meta-Territori Arte MetaElectronica
"Questa è forse la maggiore profondità di Nietzsche, la misura della sua rottura con la filosofia: aver fatto del pensiero una potenza nomade. E anche se il viaggio è immobile, da fermo, impercettibile, imprevisto, sotterraneo, dobbiamo chiederci quali sono oggi i nostri nomadi, chi sono veramente i nostri nietzschiani" (Gilles Deleuze.1972)
giovedì 9 ottobre 2008
I Am The Mighty Jungulator 4.3.1- looping/sequencing/soundmorphing
domenica 28 settembre 2008
METASEQUENCING - MONOME 100h Demo
ModPlug Tracker suona Windows
D o w n l o a d :
venerdì 26 settembre 2008
Fotografia del Suono. John Cage's 4'33''
tre movimenti:
1. tacet
2. tacet
3. tacet
yah it seemz fun, but it's Cage! :
"La musica ambient è ciò che senti quando non stai ascoltando nulla" [Silent Records]
giovedì 25 settembre 2008
NANOTUBE - Version 1.0 Official. Slakinov.com
Dal sito di Kieran Foster-Illformed/DBlue: mercoledì 17 settembre 2008
Automaton e GlitchDS. Applicazioni glitch/stuttering del Cellular Automaton-Conway's Game of Life.
"Un automa cellulare è un sistema complesso formato da un numero finito di unità che interagiscono tra loro, utilizzato per effettuare simulazioni di fenomeni naturali. Si immagini di avere un reticolo di punti e di inserirvi delle entità di un certo tipo (chiamate di solito cellule), queste entità potranno assumere un insieme finito di stati (vivo o morto, un colore, una forma ecc.), dopo un tempo prefissato tutte le entità cambieranno stato contemporaneamente in modo dipendente dal proprio stato attuale e dagli stati delle entità poste entro una certa distanza"[Wikipedia]. "Game Of Life" è il più famoso e rappresentativo esempio di automa cellulare, sviluppato dal matematico inglese John Conway negli anni '60. "Il Gioco della Vita è l'esempio più famoso di automa cellulare: il suo scopo è quello di mostrare come comportamenti simili alla vita possano emergere da regole semplici e interazioni a molti corpi, principio che è alla base dell'ecobiologia, la quale si rifà anche alla teoria della complessità". Il "gioco" si svolge su una griglia bi-dimensionale, costituita da una moltitudine di "cellule" che possono essere vive o morte, on o off, ed il cui stato di on-off muta a seconda di determinate regole espresse in relazione ad una singola cellula e alle adiacenti. Il gioco si evolve quindi attraverso "generazioni" e specifiche regole che ne determinano le evoluzioni.
Al celllular automaton si è ispirato il nuovo plugin Audio Damage: Automaton. Un incrocio tra Game of Life e l'ormai famosissimo DBlue Glitch. Infatti allo stato di ON o OFF di una singola cellula corrisponde l'intervento di uno specifico processore d'effetto, tra i quattro disponibili: Stutter, Modulate, Bitcrush e Replicate. E' in pratica un tool glitch/stuttering controllato tramite cellular automaton. Essenziale è prendere familiarità con il set di regole (rules) impostabili attraverso la funzione Sequencer, in quanto attraverso queste si determina l'anadamento on-off delle cellule. Il plugin di per sè è interessante, sia per lo schema di cellular automaton, sia per la scelta di effetti disponibili, che lo rendono particolarmente adatto per l'IDM e simili. La funzione Stutter in particolare ed il Replicate sono fondamentali per questo genere e rendono l'Automaton un ottimo strumento di manipolazione del buffer. Il Replicate invece deriva da un adattamento del Replicant Audio Damage. Al Conway's Game of Life si ispira anche il GlitchDS per Nintendo DS, sequencer/glitcher che triggera fino a 6 sounds/samples. Alcune features: Cellular Automaton sequencer, “trigger points”, possibilità di caricare propri samples (sono disponibili diversi samples pack caricabili sul NintendoDS), "Save" e "Load", BPM settings e “strum mode” per il controllo del tempo, 32 step frequency modulation sequencer per ogni suono, Global Distortion. Il GlitchDS si presta perfettamente per sperimentare nuove sonorità glitch e distorte.G l i t c h D S :
I n p u t s :
lunedì 30 giugno 2008
Autechre - "Quaristice" e "Quaristice. Quadrange. ep"
Ciò che ci si aspetta dagli Autechre: linee-guida verso nuovi orizzonti dell'elettronica. E' grazie alle prime tre releases -"Incunabula" (vero e proprio manuale di architettura elettronica), "Amber", "Tri Repetae"- , che gli Autechre si sono affermati come maestri dell'IDM più ricercata e cervellotica. Era il '93 con "Incunabula", '94 e '95 con "Amber" e "TriRepetae" e certi territori sonori erano un mondo ancora tutto da esplorare, un genere ancora in piena evoluzione. Dal '98 con "LP5" e "Confield" nel 2001 -fino ad "Untilted" (2005)-, si è verificata invece una graduale inversione di tendenza rispetto al glorioso start degli Ae. La critica che viene mossa più frequentemente agli Autechre è quella di non osare più, di non ricercare più nuove soluzioni stilistiche. Se a detta di molti questa è una grave mancanza degli Ae, non lo è a nostro giudizio: in quanto inventori di uno stile, liberissimi di aderirne a tempo indeterminato...è il loro stile, il loro marchio, la propria chiave compositiva. Evidentemente per Rob Brown e Sean Booth non è stato ancora detto tutto all'interno di questa chiave stilistica e c'è ancora molo altro da esprimere in questo spazio da loro stessi concepito. Quando verrà il momento di chiudere una stagione per aprirne un'altra, siamo sicuri che in molti rimarranno di sasso di fronte alle possibilità di innovazione costudite da un duo come gli Autechre. Probabilmente "Quaristice" non rappresenterà le linee-guida e la svolta epocale nell'IDM del futuro, sicuramente non osa sul lato stilistico, non cerca la soluzione complessa o l'approccio ipercompositivo, ma segue una scia già tracciata dagli Ae stessi: è l'IDM come sempre raffinata, la texture omogenea, la composizione stratificata, l'approccio minimalista che da sempre caratterizza gli Ae. Risalta
all'ascolto la confidenza e la completa adesione allo stile: c'è l'ambient abissale in evoluzione, il fluire dei pads e le modulazioni dei synth, istantanee e riavvolgimenti ritmici, ovviamente l'approccio modulare alla composizione. Ma nel complesso si cede il passo all'atmosfera e ai vuoti dell'ambient music, molte più tracce in assenza di beats ed una composizione minimalista caratterizzata dalla ciclicità, un andamento "ad avvolgimento". E' soprattutto con il nuovo "Quaristice.Quadrange.ep" che le composizioni prendono una più specifica direzione e sono più riconoscibili gli intenti originari, cominciati in "Quaristice". "Quadrange.ep" è infatti il nuovo EP, uscito a maggio in formato scaricabile dal sito Bleep.com (definito Ep ma contentente 13 tracce -versioni alternative di quelle uscite in "Quaristice"-, per una durata di oltre 2 ore). STRUTTURA E SUONO. "Quaristice" è composto di 20 tracce ed una struttura circolare, si apre e si chiude con due brani ambientali: “Altibzz” e “Outh9X”. All'interno ci sono 20 "micromovimenti" di grande bellezza, che hanno il merito di cristallizzare in maniera perfetta un'IDM preziosa, di grande valore. All'interno ci sono tutte le caratteristiche del suono Autechre (quelle che abbiamo già visto essere per molte recensioni un limite, per noi invece il grande pregio del duo) ed il loro intento da sempre espresso attraverso una musica/non-musica, fatta di pulsazioni digitali, glitches, residui di suono e cut-up elaborati, costruiti attraverso un minuzioso lavoro di "artigianato elettronico". In "Quaristice" e "Quaristice.Quadrange.ep" c'è infatti un approccio assolutamente perfetto al glitch: nuove esplorazioni attraverso la degradazione del suono, costruzioni per moduli e soprattutto un notevole lavoro sull' "asimmetria del suono", un decentramento verso la parte del suono che inevitabilmente "glitcha" e "clippa", una ricerca verso quelle onde residuali ed i sedimenti che si pongono "ai lati" del suono. In "Quaristice.Quadrange.ep" questo lavoro si estende ad ogni ambito della costruzione sonora ed il risultato è, variabilmente, a volte morbido, talvolta assolutamente e volontariamente sporco, reverberato, acquatico. Si percepisce in maniera chiara nelle composizioni "technotiche" in cui al 4/4 corrisponde una asimmetria ed una sconnessione data dal residuo sonoro. Alcuni esempi, "The PLC", "Tankakern" e la versione "Tkankaren" in "Quadrange.ep". C'è poi lo schema quadrato di "fxzE" e l'oscura spirale glitch/dub di "rale", il marasma di voci umanoidi di "IO", le sconnessioni di "plyPhon" e di tutte le versioni di "Perlence", la battaglia di noises di "Simmm" e le onde digitali di "paralel Suns" e "SonDEremawe". Al suono molto più concreto di "Untilted", con la sua complessità di ascolto e di mutilazioni del beat, in "Quaristice.Quadrange" corrisponde un ritorno ed anzi un nuovo slancio verso una composizione astratta.I n p u t s :
mercoledì 25 giugno 2008
Corrispondenze percettive di animazione astratta e suono sintetico
I n p u t s :
sabato 14 giugno 2008
Process Music, sistemi generativi. Arte Metafisica, Concept Art e l'esperienza 'Web Stalker' (I/O/D) -software/net.art-
“Ho impiegato il calcolatore come se fosse un nuovo tipo di pianoforte, l’ho ‘suonato’ per produrre effetti visivi periodici con l’intenzione di rivelare fenomeni armonici, contrapposti a fenomeni inarmonici; per generare tensioni e rarefazioni, per formare strutture ritmiche partendo da configurazioni dinamiche, ripetitive e ordinate; per creare armonie dinamiche che l’occhio umano può percepire e godere […] posso affermare che le mie opere sono più vicine alla musica che al cinema, ciò che il mio lavoro ha in comune con la musica è questa configurazione ritmica di fenomeni periodici […] queste immagini possono suggerire come si stia concretizzando il parallelismo fra la grafica in movimento e i fenomeni armonici della musica. Esse sono un’indicazione di come una forma visiva possa essere concretizzata in elementi periodici per la costruzione, sia temporale sia spaziale, degli elementi visivi dinamici di una nuova arte astratta orientata sul ritmo”.
Technology in collaborazione con l'IBM. Considerato da molti il padre della computer grafica, in realtà la sua opera rappresenta un punto d'unione tra i diversi campi delle forme elettroniche d'espressione, tra cui composizione musicale, cinema sperimentale, animazione digitale. Nel 1960 fonda la Motion Graphics Inc. in cui per la prima volta fu usato un computer analogico -inventato dallo stesso Whitney- per realizzare filmati. Nel 1970 Whitney raggiunge l'apice nella sua ricerca sulla sintesi digitale di suoni ed immagini, completando nel 1975 'Arabesque', un filmato di sette minuti su musica di Manoocheler Sadeghi, la cui tecnica si rifà direttamente alle composizioni di Schönberg. Il lavoro di Whitney si inserisce in un periodo in cui la macchina faceva ancora molta fatica ad affermarsi come mezzo per la mediazione del pensiero artistico ed 'Arabesque' in un certo senso funzionerà da propulsore per una nuova visione sull'elaboratore come mezzo per l'espressione artistica, in quel solido ma complesso equilibrio tra scienza ed arte. In esso infatti vi è una perfetta sintesi tra il flusso musicale dodecafonico e il vortice di forme astratte che si evolvono in un flusso fortemente psichedelico.ALGORITMI, CODICI E PROCESSI ARTISTICI. 'WEB STALKER', DECOSTRUZIONI DEL BROWSER E PROTO-NET ART: UNA RIFLESSIONE SULLA REALTA' E LA MATRICE DI PROGRAMMAZIONE. Il testo che segue è in parte una riflessione ed un sunto del testo di 'Software Art' (di Florian Cramer e Ulrike Gabriel). Oggi è frequente vedere artisti dediti alla creazione di installazioni ed opere multimediali costruire da sè propri ensamble e software. Ma non sempre si tiene presente che per arrivare a questo si è passato attraverso un
grande salto nella concezione stessa di intendere un processo estetico. Fino ad una decina di anni fa, il software, gli algoritmi e i codici di programmazione, non erano considerati materia o strumento per la produzione artistica. La 'software art' contiene in sè un enorme percorso di ricerca e sperimentazione sui sistemi e i processi dedicati alla produzione estetica. Nel 1997 il progetto londinese di arte digitale 'I/O/D' assemblò un browser fortemente sperimentale per il World Wide Web: 'Web Stalker'. Considerato un perfetto esempio di opera Net Art, 'Web Stalker', è anche uno dei primissimi esempi di software art. Invece di mostrare pagine regolarmente formattate, il browser eseguiva una visualizzazione decomposta e confusa dei siti web, mostrando i loro codici di controllo e la struttura di link. Il risultato era ovviamente un web illeggibile in quanto a funzionalità intrinseca del web. Ma a questa funzione veniva sostituita una diversa forma di consapevolezza ed un mezzo per raggiungerla: la visibilità dei codici infatti costituiva un ponte essenziale tra questi ed il segno digitale. In poche parole veniva disvelata una struttura portante, lo scheletro essenziale del World Wide Web: il segno digitale che appare sullo schermo è sempre e comunque legato ad una struttura di codici di programmazione e a formati di algoritmi ad esso legati. 'Web Stalker' fu quindi un'opera multimediale, proto-Net-Art che analizza il proprio mezzo artistico, e software art che instaura una riflessione su una questione molto, molto più estesa: la realtà è modellata dal software su una struttura celata nella subsuperficie. In ultima analisi una dimostrazione della famosa citazione di Alfred Korzybski inerente la realtà che ci circonda, "La Mappa Non è il Territorio"
“Questo pezzo può essere considerato un'opera seminale di software art perché le sue istruzioni sono formali. Allo stesso tempo, è estremizzata nelle sue conseguenze estetiche, nell'implicazione di attraversare uno spazio e tempo infiniti. A differenza della maggior parte della musica basata sulla notazione e il teatro scritto, la sua notazione non è esteticamente separata dalla performance. Ma se diventa praticamente impossibile eseguire fisicamente la notazione, essa diventa meta-fisica, concettuale, epistemologica, concettuale. In quanto tale, l'opera poteva fare da paradigma per la definizione data da Henry Flint nel 1961 di Concept Art come ‘arte la cui materia sono i concetti, tanto quanto la materia per esempio della musica sono i suoni’. Collegando l'arte dell'idea [concept art] ai formalismi artistici come la musica dodecafonica, Flynt sostiene che la struttura o l'idea [concept] di questi lavori è, presa in se stessa, esteticamente più interessante del prodotto della
loro esecuzione fisica. Per analogia, la software art può essere definita come un'arte il cui materiale è il software”.
“Scrivere codici è un'attività profondamente personale. Il codice può essere un diario, poetico, oscuro, ironico o sovversivo, anacronistico o impossibile, può simulare e nascondere, ha una retorica e uno stile, può essere un punto di vista. Simili attributi possono dare l'impressione di contraddire il fatto che il controllo artistico sulle iterazioni generative del codice della macchina sia limitato, che il software sia stato scritto dall'artista o no. A differenza degli artisti che negli anni '60 seguivano le orme di Cage, gli artisti di software che abbiamo preso in considerazione sembrano concepire i sistemi generativi non come una negazione di
intenzionalità, ma come un equilibrio di casualità e controllo. Il codice del programma diventa allora un materiale con cui l'artista lavora consapevolmente. Lungi dall'essere semplicemente arte per delle macchine, la software art è profondamente legata alla soggettività artistica e al modo in cui si riflette e si estende in sistemi generativi”.
giovedì 12 giugno 2008
EMS Synthi A Virtual Synthesizer. Emulazione analogico modulare
Il Synthi AKS è la versione portatile (a valigetta) del Synthi A, sintetizzatore analogico modulare inglese del 1972. Per quanto riguarda funzioni e design interno è simile al VCS3. Come è noto EMS ha fatto la storia della musica elettronica, avendo un ruolo di primo piano nella sperimentazione estrema sulle forme d'onda e la generazione del suono. E' da qualche anno (2004) che è apparsa l'emulazione del Synthi A, riscuotendo un discreto successo tra gli amanti delle sonorità retrò più sperimentali, proponendo un'accurata riproduzione del comportamento funzionale del corrispettivo analogico EMS: è infatti una versione su licenza della stessa EMS. Ovviamente è un vst che si presta ad un uso specifico, esattamente come il suo storico corrispettivo: progressioni sonore dure e "squadrate", suoni crudi ed a primo impatto "datati". Ed è proprio nel "datato" che si cela l'emulazione. L'uso appropriato quindi risiede nella forte sperimentazione sul suono e nella ricerca di particolari automazioni. Anche perchè bisogna essere fortemente motivati per usare questo vst....350 euro! Onestamente troppi per un synth virtuale, pur rappresentando un'ottima sintesi dei due mondi: virtuale ed analogico, ed apportando delle features aggiuntive. (QUI si può dare un'occhiata ai prezzi EMS). E' possibile comunque provare la versione demo. Il Synthi A VS può essere usato sia come VST-Instrument sia come VST-insert-effect, attraverso il triggering dell'audio, gestendo la modulazione del suono esterno attraverso l'AVS. Dal sito emsrehberg.de: "It's not the same, it's just the best of two worlds. Here is the very special sound of the Synthi A with its unique 256 modulation - matrix and its unique EMS-Filter now available as a VST-instrument! The complete feature range and frequency dual-knobs give you extremely fine control to recreate all those classical Synthi A sounds.... and let you make lots of new ones, too! Additional features: Full MIDI-implementation such as loading and saving sounds with all parameters, Automation of all knobs, pins and the joystick via MIDI-Sysex-data in realtime, patching the full range of MIDI-controllers to the modulation-matrix to play your Synthi Avs via MIDI-keyboard or MIDI-Sequencer".
Inputs:
Frozen Elephants Music net.label -"The Map is not the Territory" (2k5) / minimal, glitch, electroacustica
"FROZEN ELEPHANTS MUSIC is a non-profit collection of audio works focusing on new and dedicated approaches of electronic composition, improvisation and listening experiences, featuring an internatonal range of artists. Frozen Elephants Music is an online platform for the presentation and diffusion of these works, also hosting a concert series. We think, musical experimentation,Dalla presentazione di "The Map is not the Territory" sul sito FEM:
analog and/or digital, is they way to explore future paths of music and sound making. We are also interested in closing the gap between electronic music and electroacoustic composition, since their production techniques are becoming more and more approximate to each other".
"By the end of 2005 free electronic music on the Internet has reached a peak point of abstraction and metaphor, presenting a remarkable range of open sound archives led by Artist-identities barely visible, gigabytes of fragmentary ideas and sketches, spliced, compiled and assembled into works of strange beauty. the territory of creative potential is nearly impossible to mark, neither to define and picture considering the number of artists and concepts. The first compilation by frozenelephantsmusic.com therefore aims to simply start an ongoing presentation of compositions from this wide field, presenting individual artist personalities and their work, considering the artistic process and its manifestation.For "The Map is not the Territory" F.E.M. gathered 11 pieces by artists from the UK, France, Sweden, Ireland, Germany, USA and Japan. The collection includes minimal, computer-based aesthetics, sensitive undulations of sound, natural reverberations, organic structures and fragile sonic architecture. To hear is not to listen".Rilasciato sulla Rete nel dicembre 2005, "The Map is not the Territory" rappresenta quindi l'esordio di 'Frozen Elephants Music', ponendosi in qualche modo come un "manifesto" per le future releases dell'etichetta. FE001 è una raccolta in cui si indagano le dimensioni del soundscape, in maniera introspettiva, con profondissime escursioni sui suoni d'ambiente: sgocciolii, fruscii, suoni della pioggia e della natura, sequenze dilatate di piano ed "exploitazioni" sulla chitarra in classico stile glitch-elettroacustico; textures, noises, clicks estemporanei, drones infiniti. Una raccolta da segnalare quindi, che se da una parte, probabilmente, non aggiunge molto alla sperimentazione glitch/noise, da un'altra manifesta interessanti soluzioni sonore, in chiave assolutamente minimale, in cui alla ridondanza e alla ricchezza armonica si sostituisce la ricerca del minimo. I passaggi a nostro parere migliori della raccolta sono i rumori di strumentazione a corda di "Flotsam and Jetsam" (Jodi Cave), la quiete alienante della minimale sequenza di pianoforte sui clicks and cuts di "Tisane" (Fromage), i reverberi e il flusso della composizione di Eric Bollam in "001", il lavoro minimale e spettrale di Moritz Fehr in "Dead Space", che in 4 minuti e 30 secondi fa una discesa da capogiro verso il glitch e la sperimentazione elettroacustica più oscura ed estraniante, fino all'ottima apertura ambientale di Peter Prautzsch (il brano è "Hello"), portata avanti su un unica nota prolungata tra diverse sovrapposizioni strumentali. Da scaricare ed ascoltare in una noiosa giornata di pioggia.
(11 TRACKS / ZIP / mp3 / 192 KBPS / playlist/ ++ 84.6 MB)
- 01 Jodi Cave - Flotsam and Jetsam (9:28 min)
- 02 Tisane - Fromage (3:35 min)
- 03 Hulk - Elephant Memory (4:43 min)
- 04 Krabatof Philharmonic Orchestra - Needle pleasure (6:12 min)
- 05 Moritz Fehr - Dead Space (4:30 min)
- 06 Nim - Humboldt Session (5:16 min)
- 07 Yusuke Kamijima - Evil Sinks Devils Stink (8:59 min)
- 08 Seltsam & Strahler - Tankerin in Seenot (3:58 min)
- 09 Lars Nagler/Prism - Clank (6:57 min)
- 10 Eric Bollman - 001 (6:42 min)
- 11 Peter Prautzsch (Palac) - Hello (6:16 min)
- Frozen Elephants Music -website (download all releases 2005 - 2010)
domenica 8 giugno 2008
Ars Electronica. Festival for Art, Technology and Society. Linz, Thu 4 - Tue 9 September 2008
A NEW CULTURAL ECONOMY. When Intellectual Property Runs Up against Its Limits. (Linz, April 24, 2008) In 2008, the Ars Electronica Festival is scrutinizing the value of intellectual property and thereby facing one of the core issues of our modern knowledgebased society: that of freedom of information vs. copyright protection, big profit-making opportunities vs. the vision of an open knowledge-based society that seeks to build its new economy on the basis of creativity and innovation. And beyond that, we want to hammer out practical, workable rules to govern this new reality. The 2008 Ars Electronica Festival. September 4 to 9. In Linz.
giovedì 5 giugno 2008
2008: due micro-table-synth a confronto: Access Virus TI Snow & Waldorf Blofeld
- Sistema Dual DSP con polifonia fino a 50 voci (in relazione alla complessità delle patch).
- 512 patch RAM e 512 patch ROM, 64 multi-patch con multitimbricità a 4 parti.
- L’oscillatore include i modelli Classic Virtual Analog, HyperSaw™, WaveTable, Graintable e Formant.
- 2 filtri multi modo (HP, LP, BP, BS) e 1 filtro analogico (su modello del leggendario filtro del MiniMoog™) a 1-4 poli.
- Delay e reverb indipendenti per ciascuna delle parti della modalità multi.
- Effetti di reverb e delay, chorus, phaser, ring modulator, distortion, lo-fi, 3 band EQ e Analog Boost bass enhancer.
- Adaptive control smoothing per la modulazione priva di distorsione su i più importanti parametri.
- Arpeggiatore programmabile a 32 step.
- Utilizzo di ingressi ed uscite audio/MIDI per impiegarlo come interfaccia all'interno di un sequencer.
- 2 uscite analogiche bilanciate a +4 dB con convertitori D/A a 24bit / 192KHz.
- 2 ingressi analogici con convertitori A/D a 24bit.
- 3 coppie di uscite stereo virtuali in modalità plug-in. 1 coppia di I/O MIDI.
- Rifiniture, display e led bianchi. Pannello frontale in mogano. 6 manopole, 21 pulsanti, 18 led.
- Compatibile con le specifiche USB 2.0, dispositivi USB e High-Speed USB.
grafico e porta USB per il MIDI in e out. Fondamentalmente appare come una revisitazione dei noti synth Waldorf, racchiusi in un piccolissimo e portabilissimo chassis, con pannello frontale intuitivo e knobs multi-funzione; e ovviamente un ottimo prezzo che si aggira intorno ai 350-400 euro. L'editing del suono risulta molto semplice, grazie ai parametri più significativi gestibili attraverso le manopole sul pannello frontale. La gestione infatti è basata tutta sulla digitazione, i knobs e una griglia dei parametri. Il display grafico offre un ottimo feedback per la gestione e la visualizzazione del proprio lavoro, del routing del segnale e molto altro, oltre all'intuitivo arpeggiatore, liberamente programmabile. Il sistema di sintesi basato sullo storico PPG Wave (wavetable synthesizer) garantisce una timbrica particolare, ben riconoscibile, dal tratto cristallino.- Unbeatable price tag
- sturdy Metal Enclosure
- 7 endless stainless steel Dial
- Graphic Display 128 x 64 pixels, b/w, white background LED
- more than 1000 Sounds
- 3 Oscillators per voice
- Frequency Modulation between the Oscillators
- All Q Oscillator Models
- All Microwave II/XT/XTk Wavetables
- 2 independent Multi Mode Filters per voice
- Filter FM
- 2 Drive stages per voice with selectable Drive Curves
- 3 fast LFOs per voice
- 4 fast Envelopes per voice
- freely programmable Arpeggiator Pattern with up to 16 Steps per Sound
- up to 25 Voices
- 16 part multi timbral
- USB Connector for MIDI In / Out
mercoledì 21 maggio 2008
Minimalismo e sperimentazione post-cageana. Confluenza e superamento del serialismo - "Un percorso verso la scoperta del minimo, esponente al massimo"
riduce all'osso e mostra lo scheletro di una realtà; nel visivo come nel sonoro. Se in quest'ultimo ambito ricetta le pulsioni seriali e dodecafoniche, concrete ed aleatorie, nel complesso però pone questioni di contrasto -almeno in prima analisi- con l'espressionismo: l'oggettivizzazione e la ricerca della struttura essenziale opera inevitabilmente un'epurazione dei caratteri espressivi, delle pulsioni del soggetto creativo. Se l'espressionismo privilegia il dato emotivo della realtà rispetto a quello proprio della percezione oggettiva, in una deformazione alienante e disperata, estrema, trasfigurante, talvolta ridondante, talvolta ridotta all'essenziale, il minimalismo va invece nella direzione di una linearità strutturalista, astratta, numerica e concettuale. Mentre l'espressionismo vomita dritto in faccia uno stato emozionale ed esistenziale, attraverso un tratto (visivo e sonoro) forte, incisivo, inequivocabile, l'elaborazione minimalista si limita ad evocare, sottostante una forma astratta, il medesimo dato emozionale, attraverso matrici e forme geometriche essenziali, sequenze in serie, un rigore esecutivo ed in assenza di dati extra-strutturali.
dodecafonica, entrata, secondo Philip Glass, nel vicolo cieco delle nicchie avanguardistiche. Il minimalismo non si organizzò quindi come un movimento ideologico ("non c'era una scuola come quella di Darmstadt, o una rivista cui far riferimento" P.Glass) e, sempre secondo Glass, nel 1974, dopo soli dieci anni, il minimalismo aveva già espresso gran parte delle sue "linee-guida". E' nel dettaglio della s/composizione e delle procedure "modulari" che si giocano gli esiti del minimalismo sonoro. Il percorso compositivo infatti procede nella direzione di una estrema semplificazione degli elementi strutturali e l'architettura sonora si evolve su frames e sequenze ritmiche essenziali, muovendosi attraverso un'ossessiva ripetitività di tali moduli, e deponendo nel costrutto timbrico ed armonico l'elemento evolutivo della composizione. In questo senso è proprio nella musica elettronica che il minimalismo trova le sue più alte vette espressive, proprio per via della diversificazione e della ricercatezza del "suono inusuale", "artefatto", geometricamente modellabile attraverso l'elaborazione numerica delle matrici. Riley, Reich, La Monte, Glass (il più noto e longevo degli originari minimalisti) hanno orientato il proprio percorso compositivo verso la dettagliata scomposizione delle scritture minime del suono e la procedura è quella delle microvariazioni e delle sovrapposizioni progressive attraverso strutture matematiche che rappresentano architetture ritmiche e melodiche (non è un caso che la più fedele sintesi della composizione minimalista sia espressa nel saggio intitolato "Music as a gradual process", di Steve Reich). E' in questo senso che la scrittura coincide con la percezione (e precisamente con la definizione del genere 'minimalismo'), ma la ripetitività della sequenza entra in contrapposizione con la complessità e la moltiplicazione esponenziale delle combinazioni timbriche. Ogni cellula, ogni frame, ogni modulo vive di una propria stabilità all'interno della propria micro-struttura e al contempo alimenta il complesso strutturale dell'intera composizione: un linguaggio molecolare. All'interno del percorso di dilatazione della tonalità e di perdita della funzione del cromatismo, i minimalisti giungono ad un'idea di neo-tonalità, ispirandosi in seguito ad approcci distanti dalla visione occidentale, al jazz, alla politonalità e alle sovrapposizioni di suoni. E' in questo modo che il minimalismo conduce la musica occidentale verso influenze nuove ed "altre", verso un primitivo minimalismo naturale, spingendosi in pieni anni '90 verso le derive acustiche ed elettroniche dell'ambient, grazie ad interessanti collaborazioni tra i minimalisti ed i nuovi musicisti della nascente ambient-music. E' infatti nei lavori dei minimalisti americani diatonici, nella dilatazione del tempo e dello spazio sonoro, nella ripetitività che si trovano in seme le future evoluzioni di certa electronic music e del dronology.
'90 è nota ad esempio la collaborazione con Aphex Twin per cui effettua diversi arrangiamenti ed orchestra 'ICCT Hedral'). E' Michael Nyman a dare la prima definizione di 'minimalismo' e ad approfondire l'argomento del metodo nel saggio "Experimental music: Cage and beyond". Le prime composizioni di Young e di Reich sono implicate in una profonda prospettiva dodecafonica e seriale, le origini stesse del minimalismo affondano nelle sperimentazioni concrete, nella tape-music, nel puntillismo di Webern, nell'alea di Cage, tentandone un superamento che si esplica in un rovesciamento di traiettoria. Il compattissimo fronte di Darmstadt si risolve in una non-unitaria metodologia di composizione che attinge da Fluxus, dall'elettronica, da Webern, dalla concreta, che sperimenta la microvariazione e le oscillazioni ritmiche, la microcomposizione ed i moduli compositivi circolari. Nonostante i minimalisti condividessero l'essenzialità della composizione, ognuno di questi portò avanti diverse tecniche compositive: processi aleatori (Riley), aggiunta e sottrazione progressiva del materiale (Glass e Reich), phasing (ancora Reich), rappresentano il punto di partenza teorico-tecnico. Nel 1968 Reich formula la teoria della "musica come processo graduale" nel saggio "Music as a gradual process", in cui sintetizza il procedimento di "variazione minima" del minimalismo ed in cui afferma la totale assenza di improvvisazione in tale metodo. "In pratica i primi anni di composizione servono a stabilire che l'atonalita' non e' l'unica alternativa alla tradizione della musica borghese. Reich propone di creare movimento senza ricorrere alle regole dei codici armonici, ma lasciando che esso si generi spontaneamente attraverso la ripetitivita' minimale. E' inevitabile allora la riscoperta del ritmo. Questa intuizione sblocca lo stallo in cui si trovava il minimalismo e la sua applicazione consente di erigere architetture piu' elaborate, con strumentazioni estese e algoritmi intricati"(Scaruffi). Attraverso molteplici sperimentazioni diatoniche il minimalismo si evolve negli esiti del post-minimalismo, nella process music e nella sperimentale inglese systems music.Inputs:
venerdì 4 aprile 2008
P.Boulez- automatizzazioni, alea controllata, serialità pluriparametrica. Metodo e percezione: alienazione, astrazione e 'formalizzazione del rumore'
"Structures I" è finalizzato a evidenziare una questione più ampia, che è quella a cui tende parte di questa ricerca e che ci interessa direttamente: il territorio interdisciplinare che si è aperto prepotentemente nella Neue Musik attraverso il serialismo e le convergenze della matematica, delle teorie scientifiche nella musica contemporanea - questione preliminare ai nostri successivi studi sulla musica cognitiva e la composizione musicale assistita, sintesi dell'informatica musicale e della musicologia computazionale; che esploreremo con diverse ricerche proprio per l'importanza nella costituzione di un'elettronica digitale che arriva fino ai giorni nostri nelle evoluzioni dell'electronic art music. Nella conclusione si delineano i primissimi elementi "dialettici" che stanno alla base della composizione metaelettronica.LO SCARTO TRA IL METODO E LA PERCEZIONE: LA RICERCA DI NUOVI MODELLI E LA 'FORMALIZZAZIONE DEL RUMORE'. La ricerca in questa direzione è complessa. In un caso e nell'altro. Attraverso il calcolo combinatorio e il metodo seriale, il preordinamento e la rigorosa determinazione del materiale sonoro, non consente comunque una percezione altrettanto cosciente di tale determinazione in termini di un ordine controllato, ma, al contrario, l'ascolto di tali procedure genera la sensazione, non ricercata, di totale casualità, in una percezione delle frequenze proprie del rumore e una dispersione di queste verso una totale
"dissonanza" dei parametri portanti della composizione. E questo rischia di mettere seriamente in crisi l'intero assetto teorico e metodologico di tale "iperdeterminismo" compositivo delle serie. Tale scarto tra il metodo e la percezione ha quindi inevitabilmente condotto verso la necessità e la ricerca di nuovi modelli. Questa direzione porta l'intero assetto metodologico verso quella che quì definiamo la "FORMALIZZAZIONE DEL RUMORE", l'integrazione del rumore nel processo compositivo. La musica europea d'avanguardia si scontrava con quell'idea propria di un futuro ormai vicinissimo in cui le frequenze della dissonanza trovavano piena accoglienza nella composizione, individuando e definendo per intero nuovi modelli di metodo a cui poter far aderire la composizione: è il punto d'arrivo di quel complesso percorso, analizzato nei precedenti post, definito come "emancipazione della dissonanza" - il percorso avanguardistico a cui l'odierna concezione della musica elettronica deve tutta la sua più intima essenza. In questo percorso verso il futuro della musica elettronica e della composizione assistita, si inseriscono una moltitudine di esperienze compositive sperimentali, tra cui quella fondamentale di Iannis Xenakis (padre della musica stocastica), che pone in equilibrio diversi elementi teorico-metodologici verso una "texture musicale" tra automatismo, calcolo combinatorio e modelli stocastici Markoviani."Per superare l'impasse di un universo compositivo privo di gerarchie, trasfusa la prima pratica elettronica nella tecnica orchestrale, compositori come György Ligeti, Krzysztof Penderecki e lo stesso Xenakis daranno forma ad aggregati sonori i cui singoli timbri strumentali vengono elaborati ed integrati in strutture complesse nelle quali i caratteri individuali di ogni strumento cedono a vantaggio della formazione di un timbro globale, risultato dell'integrazione delle varie componenti sonore che si fondono in textures"["Complessità e non-linearità nel pensiero musicale contemporaneo"
-Angelo Orcalli].
"E finiva per riconoscere che, anche in Webern, l'esistenza eventuale di un ordine prestabilito non veniva negata, ma semplicemente sottaciuta. Il vero fattore dirompente sarà rappresentato dal rumore: il massimo disordine, l'essenziale aperiodicità del materiale musicale. Con Déserts Varése imprimerà un'accelerazione al linguaggio musicale determinandone la frantumazione, peraltro necessaria alla sua evoluzione. La sua oscura definizione di musica come arte-scienza che si manifesta attraverso la corporificazione dell'intelligenza che é nei suoni (definizione che egli trae erroneamente da Wronski) preannunzia infatti la scissione tra una sintassi astrattamente concepita, inventata o suggerita da analogie ed isomorfismi tra campi differenti del sapere, ed un ordine derivato dalla percezione di gradi di correlazione presenti a priori nella materia sonora. Tematica tuttora dominante nella ricerca elettronica. L'organizzazione del suono in rapporto alle sue forme acustiche ha orientato l'attenzione uditiva verso il sonoro. L'interesse per oggetti instabili, complessi dotati di un ordine non immediatamente percettibile ha posto il problema della loro classificazione. A seguito degli studi di Pierre Schaeffer e Abraham Moles sugli oggetti sonori si é potuto cogliere l'importanza teorica ed estetica della presenza del rumore anche nei suoni orchestrali più netti" ["Complessità e non-linearità nel pensiero musicale contemporaneo" -Angelo Orcalli].
sistematica saturazione del ruolo antropocentrico dell'uomo nella tecnè (nella "produzione artigianale dell'Arte") ha mirato al 'grado zero', verso l'alienazione e la dis-umanizzazione del prodotto espressivo, verso la riproducibilità dell'identico e l'annientamento della soggettività. Lontani dal voler ribadire il superficiale concetto (fin troppo evidente se si considera l'agire dell'uomo nella Storia e nei processi socio-politici) di riflesso del proprio tempo, in realtà la deriva dell'automatizzazione e della riproducibilità è una volontà di usufruire delle potenzialità del proprio tempo, connettendosi inevitabilmente -fin negli approcci ultra-critici- con i processi della Storia: l'era e l'automatizzazione industriale, il progressivo avanzamento di forze percepite come superiori ed incontrollabili (che generano l'illusione di un ordine incrollabile, lo spiazzamento e il disorientamento). E' in questo periodo infatti, che insieme alle prime ondate di una forte industrializzazione, nascono le prime analisi e testi teorici che hanno come oggetto d'esame i rapporti di forza tra il capitale e il fronte sociale (il più importante dei quali è senza dubbio "Il Capitale" di Marx), le prime organizzazioni di forte critica/resistenza che riuniscono gli strati più sfruttati della società dalla sempre più massiccia produzione capititalistica. Le avanguardie europee, lontane dall'essere semplice specchio di una realtà, ne cavalcano invece l'essenza ultima, andando nella direzione della Storia per modificarne i rapporti interni, generando tensioni espressive, dando la propria impronta attraverso l'Espressione della realtà più intima del proprio tempo. A questa "esperienza rivoluzionaria" non è venuta meno la musica, che -la più astratta delle espressioni- ha percorso la strada del nichilismo. Dalla svolta dodecafonica alla serialità post-weberniana, è andata, attraverso la musica concreta e le astrazioni elettroniche (musica cognitiva, musicologia computazionale, etc), nella direzione dell 'Istante Zero'. In questo senso "Structures" di Boulez è un lavoro emblematico, in quanto fornisce, trasversalmente, una chiave di lettura per una possibile esperienza futura della musica e della musica elettronica in particolare: la radicalizzazione delle automazioni nella composizione (in bilico tra procedure e processi aleatori) e "la dialettica degli elementi compositivi".Inputs
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