"rhythmic procedures ostinato closely resemble the schema of catatonic conditions. In certain schizophrenics, the process by which the motor apparatus becomes independent leads to infinite repetition of gestures or words, following the decay of the ego" (Theodor Adorno)


"Questa è forse la maggiore profondità di Nietzsche, la misura della sua rottura con la filosofia: aver fatto del pensiero una potenza nomade. E anche se il viaggio è immobile, da fermo, impercettibile, imprevisto, sotterraneo, dobbiamo chiederci quali sono oggi i nostri nomadi, chi sono veramente i nostri nietzschiani" (Gilles Deleuze.1972)

domenica 28 ottobre 2007

ChipTune - détournement electro vintage. "la generazione del Nintendo campiona la propria giovinezza" (citaz.)

E' dall'estemporaneità che la micromusic trae la sua forza, l'uso imprevisto di una tecnologia studiata per altri motivi. Uno di quegli usi che le cose trovano nel tempo, usi che i produttori originari non avevano neanche immaginato. Un mondo pieno di possibilità espressive la micromusic. Nuovi progetti dedicati al chiptune, tutti affidati a netlabels e a mp3 in Rete gratuitamente scaricabili (cosa che ha un suo preciso senso, ma è ancora possibile navigare tra questi contenuti, apportando qualità, buona distribuzione, prezzi bassi e libera scelta garantendo comunque il download libero). Si ritirano fuori i vecchi GameBoy DotMatrix, si rimediano un paio di cartucce (Nanoloop o LSDJ), cavo sync e i link, si aggiungono, con pochi euro, un paio di GBAdvanceSp (aumentando polifonia) e si trasforma il tutto in un buon sistema 8bit e i GB in 2 proto-dm/synths portatili dalle discrete possibilità sonore. Si può adattare il SuperNES (il cosiddetto SuperFamicom) a sistema MIDI. Poi, una volta avviato un sistema, tutto è integrabile e il girare per mercatini per acquistare pezzi di C64, GB, o grilli parlanti da distruggere con bent errati può essere un bel divertimento. Per chi è appassionato di strumentazione analogica dover rimediare un cavetto di connessione a volte può diventare problematico, dispendioso o una perdita di tempo non indifferente, per questo tipo di "strumentazione", invece, la reperibilità è sorprendente. è in questi microeventi infatti che si possono notare i diversi setup, chi orientato verso il retrò, con GBDM, "proto-trackers", C64, primissimi Speak&Spell del 1978, primissimi Famicom e molto hardware proveniente direttamente dalle proprie cantine impolverate e chi invece è orientato verso i nuovi prodotti, Nintendo DS, GBA, SP, Micro, attuali piattaforme e sistemi operativi, plug-ins, giocattoli del mercato cinese, e altro. Tranne per (i molti) integralisti, è il mixup di strumentazione il 'must' e l'obiettivo principale di un buon setup. Si evolvono i setup, le sonorità e ovviamente le proprie produzioni. Il mondo della micromusic è ancora una realtà relativamente "fresca", non incartata tra le sue contraddizioni come altri ambienti arrivati nel giro di pochi anni ad un "capolinea ideologico" e concreto, ancora scevro da chiusure verso sperimentazioni esterne. Una situazione ancora "aperta", esplorabile in lungo e in largo. Ed è questo l'immenso stimolo per tutti quei musicmakers che ricercano compulsivamente, per un'innata necessità, territori non ancora contaminati, liberi da schemi compositivi, territori in cui sperimentare è la parola d'ordine ('sperimentale' è quanto di più relativo ci possa essere, ma si può parlare di sperimentazione solo attraverso la consapevolezza dei mezzi, introducendo SCHEMI PRECISI E REPLICABILI di elementi originari, a livello strumentale o di risultato sonoro). A dimostrazione di questa "incontaminazione" c'è anche l'interesse dimostrato da diversi artisti come Bjork e musicmakers come AphexTwin, l'americano Kid606, McLaren, Alec Empire, Vladislav Delay, Stock Hausen & Walkman, Merzbow, Mouse On Mars.
Gli albori della chipmusic sono facilmente rintracciabili: Europa, Svezia per la precisione, anno '98, e Johan Kotlinski (a.k.a. RoleModel), studente al Royal Institute of Technology di Stoccolma, come protagonista grazie alla sua creazione, lo storico LSDj (Little Sound Dj), prima drum machine/synth/sequencer su cartuccia per GameBoy Dot Matrix, venduto a 70 dollari sul Web. Segue, a brevissima distanza, la concorrenza: Nanoloop, del tedesco Oliver Wittchow, dall'interfaccia molto più semplice e considerata una versione evoluta dell'LSDj. Nasce il collettivo dell'8bit e il sito 8BitPeoples promuove questa nuova realtà nel panorama elettronico. Ne fa ovviamente parte anche RoleModel che ha già all'attivo diverse produzioni microchip music. Nullsleep, il newyorkese Jeremiah Johnson. sul sito divide i suoi brani in due categorie: musica per Nintendo GameBoy e per Nintendo Entertainment System (NES). Brani molto melodici, sequenze ben congegnate e risultati armonici notevolissimi, dando ragione dell'ottima definizione "bit-pop". Segnaliamo i brani "Her Lazer Light Eyes", la bellissima "Kuribos Requiem", "On Target", per gli amanti del 4/4 sostenuto "Dirty ROM Dance Mix" e "Depeche Mode GameBoy Mega e Mini Mix", a dimostrazione che la NewWave è l'unica vera culla e background di tutte le diramazioni elettroniche possibili ed immaginabili in ambito "POPular". Uno dei migliori ritratti dell'era Nintendo l'ha data Malcolm McLaren alla rivista Weird: «La chip music è il nuovo folk dell'era digitale. I musicisti del microchip rendono attuali vecchi suoni, senza fronzoli e senza bisogno di studi di registrazione o case discografiche. È la generazione del Nintendo che campiona la propria giovinezza, che inventa i propri strumenti, così come avevano fatto i Kraftwerk. È la resistenza. Contro una musica, quella imperante, sempre più uguale a se stessa, schiava com'è di software avanzatissimi che riducono ogni possibile missaggio e sonorità a un semplice clic del mouse». Per certi versi è curioso, quanto reale, che la spinta propulsiva verso la creazione di una nuova sonorità nel panorama elettronico sia venuta dalle cartucce LSDj e Nanoloop e, in generale, dai sistemi Nintendo. Il mondo dei trackers e dei Commodore64 per fare musica era già molto frequentato, e non da pochi; ma l'uso che se ne era fatto fino a quel momento è stato del tutto improprio, tendendo, cioè, verso un allineamento ai moderni softwares disponibili sul mercato, vanificando l'utilità di tale strumentazione 'retrò' (usandoli come semplici sequencers o giù di lì, aggirando proprio il potenziale dei micorprocessori per tendere al suono del tempo, non apportando così alcuna innovazione sonora). La vera spinta è derivata dall'assumere il suono dei vecchi microchip a sonorità rappresentativa dell'era digitale. Intanto si andava definendo il genere attraverso i nomi principali di questa "scena": Lektrogirl, Bodenstanding2000, BitShifter, Goto80, e molti altri. In breve tempo si consolidò una community di persone dedite al microprocessore, dall'Italia al Giappone, dalla Germania e la Francia agli USA, coadiuvati dal WorlWebWide, di cui conoscono bene il potenziale e ne sfruttano il lato aggregativo. Siti come micromusic.net o 8bitpeoples.com giocano una parte fondamentale in questo processo "costitutivo", permettendo conoscenze trasversali e offrendo la possibilità di realizzare "microeventi". "Il passo successivo e’ quello della creazione di autentiche “etichette discografiche virtuali”: la chip music deve infatti molto alle net labels, che anzi sono uno dei tratti distintivi dell’intera scena. Interi album in formato mp3, con tanto di copertina scaricabile gratuitamente, hanno finito per plasmare non solo il concetto di “suono” 8 bit, ma anche i metodi di fruizione e le dinamiche di diffusione dello stesso, bypassando quindi la trafila produzione-distribuzione-mercato, in favore di un più diretto approccio “fai da te”. E qui si arriva a un altro dei connotati chiave della comunità 8 bit: il suo proporsi, come molti hanno notato, in autentico “punk dell’era digitale”" [da Basebog]. è innegabile che il famoso slogan "low-tech music for hi-tech people" ricorda molto da vicino l'attitudine punk, ma l'affermazione è più complessa di quello che sembra. C'è infatti da registrare la realtà molto variegata e destrutturata della chipmusic; le stesse possibilità sonore offerte da Nanolopp e LSDj e dal circuitbending, infinite, restituiscono una realtà sfaccettata in cui sono in campo interpretazioni differenziate: il noise e le destrutturazioni degli schizoidi smanettoni della circuitazione e delle consolle (Krokmonsieur, Kuma), atmosfere low-fi e dissonanti che teletrasportano in un territorio di confine, in un'astrazione altamente sperimentale, la violenza e il noise di microprocessori in "iper-exploitazione", "harsh-tronic" estremo di matrice chiptune (Gwem e le sue famose 'exploitations' su Atari), alle interpretazioni detournate electro-vintage, in una splendida cornice 'bit-pop' e nostalgicamente retrò (Nullsleep, Firestarter, Lo-Bat), zompetti amiga-style e sonorità happy-tech (Covox), l'approccio ironico della tipica videogame music (Neotericz), e molto altro. ("...Dall’altra c’e’ la parte più consistente di schizoidi manipolatori di consolle, che proiettano il suono 8 bit nella contemporaneita’ destrutturata e rizomatica degli anni 2000, fino ad arrivare a veri e propri set di confine, in cui le piu’ avanzate ipotesi sperimentali dell’elettronica odierna convivono con disturbanti sonorita’ lo-fi. Il risultato e’ una violenza consapevole adoperata sul corpo sacrificale del gameboy di turno, capace di provocare un cortocircuito immaginifico-temporale senza precedenti. Anche i toni possono essere i piu’ diversi: da sonorità happy, tutte zompetti e saltelli, a baratri di rumore claustrofobico..."). è in questo senso che l'idea del low-fi e del diy, facilmente accostabile all'attitudine punk, ha molte più facce di quel che sembra. L'8 bit e il bending si sposta ancora oltre, arrivando ai linguaggi espressivi legati alla visualizzazione, è così che, sulla scia del pointillisme (divisionismo), si sviluppa la Pixel Art, forma d'arte digitale (grafica bitmap -raster) e l'Ascii Art -"PC Block ASCII" o "High ASCII" (variante di arte ASCII che consente di sfruttare 100 caratteri in più, utilizzando codici a 8 bit -ANSI X3.16, standard proprietario introdotto da IBM nel '79 per il PC IBM). è così che gente come Steffen Sauerteig, Kai Vermehr, Svend Smital, Peter Stemmler (il mitico collettivo EBoy attivo tra Berlino e NewYork)- si afferma nel mondo delle arti visuali attraverso le loro installazioni (vedi Urban Jungle a Urban Panorama del 2002 - Megalopoli virtuali, King Kong & coccodrilli digitali), portando l'arte digitale a nuovi livelli, detournement nel detournement, continuazione delle vecchie avanguardie (soprattutto italiane ed europee), entrando con immensi squarci visivi nella contemporaneità e nella sua destrutturazione. Per quanto riguarda l'Italia e Roma ci sono da sottolineare i contributi di SciattoProduzie e del Laboratoire Untermenschen, derivanti dalla mitica esperienza di Torazine (indimenticata da tutti i vecchi frequentatori della scena romana elettronica/raver). Si sviluppa sempre più il bending video fatto in casa da appassionati dediti a questa nuova era della VideoArt. Si riempie il Web di strane forme e colori su schermo, immagini che sembrano venire direttamente dallo spirito inquieto di Samara del film nipponico 'Ringu' per infettare gli schermi attraverso vecchi Atari, C64 e consolle circuitate a dovere. Infine, l'interpretazione lo-fi dell'arte digitale è un insieme di microframmenti, assimilabili ai vecchi frontlines dediti all'"Assalto alla Cultura", rimandanti al minimalismo e a quel decostruzionismo della tradizione "pop" occidentale. Il 'microlinguaggio' è semplice e difficile allo stesso tempo, accessibile a chiunque ma pieno di insidie, prima di tutte l'estemporaneità dei mezzi, impiegati per l'uso espressivo ma nati per fare altro, rappresentanti la sfera videoludica della contemporaneità, dell'era digitale. Un inseguimento senza fine di mezzi insoliti, unità sonore, nuove melodie e nuovi rumori, nuovi linguaggi visuali e sonori... "low tech music for hi tech people". (Come inputs, tra le ultime releases "Blue On Blue", di Clause Four, di Londra, Hackney per la precisione. experimental/electronic dall'approccio assolutamente innovativo all'8bit).


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